Uil: “Contro il caporalato: controlli capillari e trasporti efficienti”.

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“Con il ritorno dell’estate, riecco apparire, puntuale, la piaga del lavoro nero nelle campagne pugliesi. Un mostro che ogni anno miete ‘vittime’ tra lavoratori italiani e stranieri, sfruttati come veri e propri schiavi, un mostro che tutti conoscono ma che a volte pare, incomprensibilmente, invincibile. Sarebbe il caso, finalmente, di passare dai proclami e dalle buone intenzioni ai fatti”.

Aldo Pugliese, Segretario generale della UIL di Puglia e di Bari-Bat, è convinto, però, “che i controlli, ammesso e non concesso che siano efficaci, da soli non bastano: occorre una strategia organica di contrasto, che parta dall’infrastrutturazione del territorio e da una nuova politica che regoli l’intermediazione”.

“Il caporalato – spiega il Segretario della UIL – offre mezzi di trasporto laddove la Regione e le istituzioni in generale sono carenti: pertanto, ci appelliamo al prossimo governo regionale affinché intervenga in tal senso, realizzando le infrastrutture necessarie a garantire un trasporto efficace ed efficiente su tutto il territorio, sia su strada che su ferro, che favorisca le aziende agricole che non ricorrono alla schiavitù, ma che nella legalità provano a mantenere sano e vitale un settore fondamentale per l’economia pugliese. Bisogna riappropriarsi della legalità con azioni concrete, colmando il vuoto nel quale il caporalato agisce indisturbato o quasi, offrendo condizioni di lavoro disumane, costringendo anche le donne a lavorare per la miseria di 30 euro al giorno in situazioni a dir poco massacranti”.

Sui controlli, Pugliese si rivolge al nuovo Prefetto di Bari, coordinatore delle prefetture regionali. “Il caporalato, nella stagione della raccolta dei pomodori in Capitanata, è un dato di fatto, eclatante, sotto gli occhi di tutti da una vita. Ebbene, evidentemente i controlli effettuati in questi anni non sono stati sufficienti, bisogna essere ancor più inflessibili e capillari, agire con maggiore determinazione per far aprire gli occhi a chi, volutamente, li tiene chiusi, diventando indirettamente complice di una piaga sociale che va debellata quanto prima, per il bene non solo dell’economia pugliese, ma innanzittutto della dignità umana e del lavoro”.