Uggiano Montefusco. Dall’indignazione alla soluzione: cosa possiamo imparare dalla vicenda della mensa

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La vicenda della bambina di 5 anni esclusa dalla mensa dell’asilo comunale “L. Radice” di Uggiano Montefusco, risolta rapidamente grazie alla ricarica dell’app da parte della famiglia, mette in luce questioni più ampie legate al sistema di pagamento della mensa scolastica.

Questo episodio richiama l’importanza di trovare un equilibrio tra il rispetto delle regole e la tutela dei minori. È fondamentale ricordare che le notizie riguardanti i minori richiedono un trattamento attento e responsabile, poiché spesso vengono sfruttate per suscitare sdegno e indignazione, distogliendo l’attenzione dall’obiettivo principale: correggere le falle del sistema ed evitare che situazioni simili si ripetano in futuro.

Il servizio mensa scolastico è regolato dal Comune attraverso un sistema informatizzato che prevede l’addebito giornaliero della quota per il pasto direttamente da un’app. Se il credito si esaurisce, il regolamento consente ai bambini di usufruire di due pasti aggiuntivi prima di essere temporaneamente esclusi dal sistema. In questi casi, la scuola è tenuta ad avvisare i genitori, che devono andare a prendere il bambino entro le ore 12:00.

Questa rigidità ha sollevato polemiche, soprattutto per le conseguenze che ricadono sui minori. Episodi simili non sono isolati: in Toscana alcuni bambini hanno ricevuto solo pane e olio per il mancato pagamento, mentre a Sulmona un bambino ha potuto mangiare solo grazie alla generosità dei compagni.

Molti genitori hanno criticato il sistema, suggerendo che gli insegnanti avrebbero potuto offrire il proprio pasto ai bambini esclusi. Tuttavia, questa ipotesi solleva questioni legali e di responsabilità: chi risponderebbe di eventuali incidenti o situazioni spiacevoli? Gli insegnanti si trovano spesso sotto pressione, accusati anche per circostanze che non dipendono da loro. Inoltre, nonostante la presenza di notifiche push e comunicazioni via e-mail, molti genitori non prendono provvedimenti in tempo, sottolineando la necessità di una migliore comunicazione tra famiglie e istituzioni.

Questo caso mette in luce la necessità di un sistema che coniughi la regolamentazione con una maggiore sensibilità verso i bambini. Il Comune potrebbe adottare un modello più flessibile che permetta di coprire temporaneamente il costo del pasto, con la possibilità di recuperarlo in seguito. O si potrebbe prevedere un fondo di emergenza per evitare situazioni di disagio.

La soluzione ideale risiede in un dialogo costruttivo tra scuola, Comune e famiglie. Solo attraverso una collaborazione efficace si può garantire che nessun bambino venga escluso dalla mensa scolastica e che insegnanti e istituzioni siano adeguatamente tutelati.