Ug Manduria: resta solo una strada, ma serve atto di maturità

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Il calcio messapico vive uno dei momenti più nebulosi della sua storia. Le voci non sono per nulla rassicuranti, i biancoverdi meritano di giocarsi l’ultimo salvagente: servirà un atto di maturità dell’attuale società.

Il silenzio è d’oro, ma adesso è deleterio. Si vive di puntate, di commenti e ricostruzioni social qua e là, documenti privati alla mercé di tutti condivisi sulle piattaforme con tanto di nomi, dati personali, cifre e accuse (spesso di cattivo gusto). Non esiste una linea univoca, un’informazione chiara della società verso la comunità o il tifoso. La sensazione è che del Manduria non importi più nulla, siamo di fronte a una strenua difesa della propria posizione. Solo quello. Poi che la giostra possa fermarsi, sembra quasi non sfiorare più la sensibilità del tifo.
Un anno di dibattiti e attacchi frontali su Facebook e adesso che bisognerebbe fare luce si abbassa volutamente il volume: “Silenzio stampa”. No, adesso no. Dopo due sentenze, nove punti di penalizzazione, una retrocessione per inadempienze, 1500 euro di multa alla società e 24 mesi di inibizione al presidente, adesso non vuole parlare più nessuno?

I primi lodi sono stati notificati a mezzo pec in società nelle date 17/10/2024, 25/10/2024, 28/10/2024 e 3/12/2024. Ad ottobre il Manduria aveva già il fardello sul collo e una montagna di polvere sotto il tappeto. Volutamente sotto il tappeto, perché dopo aver stipulato in estate gli accordi transattivi con i tesserati, la società non ha rispettato i contratti. Le date sono state rese note dal comunicato ufficiale N°284 del 13 Maggio 2025. E’ necessario mettere i riferimenti, abbiamo imparato a indossare l’elmetto e a difenderci da accuse fantasiose e infondate.
Fra qualche giorno sono attese le seconde motivazioni inerenti ai cinque punti comminati in data 23 aprile. Compare anche il caso Maraglino, una delle situazioni più spinose dal punto di vista economico e riconducibile a questa gestione societaria. Le altre pendenze riguardano la stagione precedente e sono attribuibili alla vecchia proprietà, ma l’attuale presidente in data 25/06/2024 (come recitano gli atti ufficiali, non le ricostruzioni social) ha stipulato un accordo di ricognizione e accollo del debito per la sua acquisizione.
E si rincorrono voci di nuove vertenze in arrivo di alcuni tesserati dell’ultima stagione appena conclusa. Se confermate, potrebbe giungere un ulteriore carico nei prossimi mesi.
Ora è chiara l’intenzione di far affondare la barca, perché i soldi per gli emolumenti degli ex tesserati non c’erano, non ci sono e, probabilmente, mai ci saranno. Le sanzioni comminate al Manduria (nove punti) non sanano la posizione debitoria. La società dovrà ottemperare agli obblighi contrattuali altrimenti si spegnerà la luce sul calcio locale.
L’intenzione, volutamente fatta filtrare, è quella di abbandonare la matricola per provare a ripartire con un altro titolo. Ed è per questo che è già iniziato il giro delle sette chiese, con diversi contatti nei comuni limitrofi, di cui (uno) di Eccellenza. Tutto a un anno dal centenario.
Per salvare la barca, oggi le soluzioni sarebbero due: garantire gli emolumenti ai calciatori nei termini e ripartire dalla Promozione con l’attuale gestione. Oppure presentarsi a Palazzo di città e consegnare il titolo nelle mani del sindaco, permettendo alle istituzioni di trovare una situazione last minute, idonea per salvare il Manduria. Sarebbe un atto di maturità e di amore verso i tifosi. Una presa di coscienza del gruppo di comando.
Oggi il Manduria merita di giocarsi l’ultimo salvagente, chi ha deciso di affondare nelle sabbie del fallimento lo faccia in piena autonomia e con le proprie gambe, slegando il suo destino e la sua vita da quella del Manduria. Se c’è un 10% di possibilità di tenere in vita la barca, è giusto che a provarci siano le istituzioni. Altrimenti sarà reset.
Mario Lorenzo Passiatore