Il terroir del Primitivo di Manduria affascina la stampa internazionale
“Un vino così marcatamente di terroir come Il Primitivo di Manduria è difficile trovarlo. Appena rientrerò in Giappone degusterò subito un suo calice e chiudendo gli occhi ripercorrerò tutto quello che abbiamo ammirato e incontrato:
il sole, il mare, la terra rossa e calcarea, le distese di alberelli, la gente. È stata un’esperienza fantastica”.
Così commenta la giornalista giapponese Makiko Morita della testata Daily Wines & Spirits, ospite per tre giorni (21 – 24 ottobre) insieme ad altri 9 giornalisti internazionali nel territorio del Primitivo di Manduria, grazie al Consorzio di Tutela.
La stampa, accuratamente selezionata da Gambero Rosso International, ha per tre giorni visitato la zona della doc con un percorso tra terra e mare. Hanno conosciuto aziende grandi e piccole, degustato oltre 40 etichette socie e non del Consorzio di Tutela, assaggiato i prodotti tipici, ammirato il tramonto mozzafiato da Torre Colimena e visitato il museo del Primitivo di Manduria.
“Ho avvertito la piacevole sensazione che le piccole aziende stanno crescendo molto e sono per noi motivo di interesse – afferma Marco Sabellico curatore della guida Vini d’Italia – Il Primitivo di Manduria è un vino piacevole e coinvolgente. E soprattutto moderno nonostante i suoi vigneti ad alberello che hanno una media di 70 – 80 anni. Questa innovazione e modernità è opera dei produttori che hanno permesso che la doc pugliese diventasse una eccellenza internazionale e pluripremiata”.
“Promuovere un vino fuori dai confini nazionali risulta spesso difficile. La complessità è far comprendere a coloro che si trovano a km di distanza dal luogo di produzione, quali sono le caratteristiche di un terroir nonché la storia raccontata da una bottiglia. – conclude Mauro di Maggio, presidente del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria – E il nostro presstour è servito proprio a questo. Vorrei ringraziare tutte le aziende, è importante lavorare in squadra e non rinunciare all’identità territoriale. Raccontare ciò che ci rende unici”.