Taranto, Usb su Ilva in un volantino: “…bisogna reagire a questo abominio”

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HABEMUS PAPAM…….. “ENRICO VIII BIS….” Così l’Usb di Taranto introduce, ironizzando sugli ultimi sviluppi della vicenda Ilva, il volantino distribuito dinnanzi alle portinerie dello stabilimento siderurgico tarantino. Ironia amara che evidenzia ancora una volta la diffidenza nei confronti del commissario governativo che, sin dalla sua nomina scatenò polemiche sulla sua imparzialità essendo stato scelto dalla stessa azienda, qualche mese prima, come amministratore delegato.
“In questi ultimi giorni – scrive l’Unione sindacale di Base – la Commissione Europea ha incominciato a far luce sui veri problemi dello stabilimento Ilva di Taranto, una serie di violazioni che smentiscono tutte le dichiarazioni rilasciate dai vari (…referenti…) di Riva che a turno si sono susseguiti in questi ultimi anni a ribadire che l’emergenza di Taranto era solo una esagerata interpretazione dei cittadini e dei lavoratori, partendo dalla scandalosa frase di Fabio Riva “due tumori in più sono una minchiata” fino ad arrivare con le ultime dichiarazioni di mister Bondi sul fumo di contrabbando e la sabbia del Sahara.”
“I decreti fatti dal governo – sostiene nel volantino l’Usb – son serviti ad ammazzare i giusti provvedimenti della Magistratura e ad aggirare le leggi, garantendo chi ha prodotto questa situazione e non, come promesso, il binomio salute e lavoro”.
Ma Bondi sarebbe autore di un autentico “miracolo”: quello di aver portato “le telecamere Rai dentro lo stabilimento”.
L’Usb chiede a Bondi di fare un altro miracolo quello di dedicarsi più al risanamento dello stabilimento, abbandonando, le varie tecniche di offuscamento e negazione che da quando è a Taranto continua ad esercitare. Se dovesse riuscire promettono, ancora con estrema ironia, di scrivere al Papa chiedendo la sua Santificazione.

L’ USB- infine – invita a riflettere tutti i lavoratori. “…bisogna reagire a questo abominio, ormai dire che è tardi ci sembra scontato, non vogliamo la chiusura dello stabilimento, vogliamo che si risanino gli impianti per poter lavorare tutti, senza tagli al personale, senza continuare ad ammazzare noi stessi e una città intera.
La strada che qualcuno ha intrapreso è senza uscita, senza soldi solo chiacchiere e decreti salva/Riva. Gli unici due decreti che il governo aveva l’obbligo di varare, – conclude l’unione sindacale di base – erano uno sull’emergenza Sanitaria e l’altro sull’emergenza lavoro.

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