Taranto: Truffano anziano, arrestati dai Carabinieri

Condividi

Raggirando e carpendo la fiducia di un pensionato della provincia di Prato erano riusciti a  farsi fare un bonifico istantaneo di 28.600 euro su un conto corrente acceso da pochi giorni in un ufficio postale di Taranto.

I tre presunti autori della truffa sono incappati però, poco dopo, nella rete dei Carabinieri del capoluogo jonico che li hanno colti con le mazzette del denaro appena prelevato.

Ad agire i Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Taranto nei pressi di un ufficio postale della città. Alle 13 circa, durate l’espletamento di un servizio mirato al contrasto dei reati predatori e delle truffe in danno di persone anziane, i militari avendo notato strani movimenti attorno un’autovettura che si era fermata in doppia fila, hanno deciso di approfondire i controlli. Ad attirare la loro attenzione è stato l’uomo alla guida del mezzo, già controllato in altre circostanze e con precedenti di polizia e un altro giovane di circa trent’anni che, dopo essere sceso dal mezzo si dirige con titubanza verso l’ufficio postale, tornando sui suoi passi e scambiando alcune parole con l’autista e un altro passeggero, per poi incamminarsi nuovamente verso la sede delle Poste. 

Durante una perquisizione personale e veicolare, i Carabinieri rinvengono, tra i sedili anteriori, una busta in cellophane contenente mazzette di denaro per un totale di circa seimila euro e le ricevute di prelevamento presso diversi sportelli ATM.

Una ventina di minuti dopo, il giovane, uscito dall’ufficio postale è, a sua volta, sottoposto a perquisizione e trovato in possesso della somma di tremila euro, appena prelevati, e della relativa ricevuta. Ai militari sono bastati questi pochi elementi  per intuire di trovarsi di fronte ad un tentativo di truffa. Così, ulteriori immediati accertamenti permettono di verificare che i complessivi novemila euro, nella disponibilità dei presunti rei, sono parte di un bonifico istantaneo di € 28.600,00 effettuato la mattina stessa su un conto corrente, aperto pochi giorni prima, intestato al trentenne entrato nell’ufficio postale. Dai dettagli del bonifico, e in particolare dai dati dell’ordinante, i Carabinieri riescono a risalire all’intestatario dell’Iban, un pensionato della provincia di Prato. Contattato telefonicamente, l’uomo, in preda alla disperazione, ha riferito di trovarsi di fronte al Direttore della sua filiale per provare – inutilmente – ad annullare il bonifico eseguito in mattinata, avendo capito di essere stato raggirato. La vittima ha raccontato che la mattina stessa, aveva ricevuto un sms sulla propria utenza telefonica con il quale era stato informato dell’addebito di quasi mille euro sul suo conto, e che, nel caso non avesse autorizzato lui l’operazione, avrebbe dovuto chiederne immediatamente il blocco cliccando sull’apposito link. Non essendo stato lui ad autorizzare tale spesa, senza cliccare sul link, l’ultrasessantenne aveva tentato di contattare immediatamente la filiale della banca, senza però ottenere risposta. Pochi istanti dopo, un uomo, presentatosi telefonicamente quale Carabiniere, informava la vittima che, per evitare prelievi fraudolenti dal proprio conto corrente, avrebbe dovuto effettuare un bonifico istantaneo sull’iban da lui fornitogli con la causale “acquisto auto”. Nonostante l’iniziale reticenza dell’ultrasessantenne, il finto Carabiniere era riuscito a guadagnarne la fiducia dell’uomo, spiegando la necessità della sua collaborazione in una delicata attività di indagine, e che avrebbe successivamente potuto sporgere la relativa denuncia presso il Comando Stazione Carabinieri più vicino alla propria residenza. Convinto della genuinità della telefonata, l’uomo dà l’ok al bonifico.

Grazie ai “veri” Carabinieri di Taranto, che hanno bloccato il conto corrente fraudolento e recuperato la somma contante, l’anziano è potuto rientrare in possesso di una parte del “maltolto” e potrebbe riuscire a riottenere tutti i propri risparmi. I tre arrestati dovranno rispondere del reato di truffa aggravata in concorso commessa con l’ausilio dei mezzi telefonici, uno è stato tradotto in carcere e due sono stati accompagnati presso le rispettive abitazioni in regime di arresti domiciliari, così come disposto dalla competente A.G. di Taranto.