Taranto: spacciava anche droga colombiana il sodalizio stroncato nell’operazione “Neve Tarantina”. Nomi e foto
E’ stata denominata “Neve Tarantina” l’operazione antidroga congiunta dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo e dei Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria dei rispettivi Comandi Provinciali di Taranto che, alle prime luci dell’alba, hanno stroncato l’attività illecita di un sodalizio criminale che aveva attivato tre canali di approvvigionamento della droga allacciando rapporti con la mala barese, la Ndrangheta calabrese ed anche a livello internazionale con i Narcos colombiani.
30 le ordinanze di custodia cautelare eseguite, nella notte, dai militari delle Compagnie Carabinieri di Taranto, Manduria, Massafra, Martina Franca e Castellaneta, con il supporto di un elicottero del 6° Elinucleo Carabinieri Bari Palese ed unità cinofile antidroga ed antiesplosivo del Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno e dei Comandi Provinciali del posto, per i rispettivi territori di competenza, a carico di altrettante persone, indagate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di cocaina, eroina ed hashish con l’aggravante della disponibilità di armi e munizioni. Due soggetti sono stati rintracciati e tratti in arresto in provincia di Pescara. I provvedimenti cautelari (17 in carcere, 8 agli arresti domiciliari e 5 provvedimenti di obbligo di dimora) sono stati emessi dal GIP Antonia MARTALÒ del Tribunale di Lecce, su richiesta del dr. Alessio COCCIOLI, Sost. Procuratore della Repubblica di Lecce – Direzione Distrettuale Antimafia.
Le indagini, avviate nel primo trimestre 2009 dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri sotto la direzione della D.D.A. salentina e corroborate – per alcuni dei principali indagati tra cui Aldo
CATAPANO e Daniele LEALE – da convergenti risultanze del Nucleo di Polizia Tributaria della
Guardia di Finanza in seno ad una successiva attività investigativa avviata con la Procura della Repubblica di Taranto – d.ssa Lucia ISCERI, nell’ambito del monitoraggio dei gruppi criminali operanti a Taranto, hanno consentito di accertare che Aldo CATAPANO, detto “Alduccio”, personaggio temuto dalla locale popolazione per la sua caratura criminale, figlio del più noto pregiudicato appartenente agli storici gruppi della mala tarantina Giuseppe CATAPANO, si fosse ricavato una rilevante posizione nell’ambito degli equilibri criminali tarantini. Per la gestione dei suoi traffici illeciti, Catapano si avvaleva di una fitta rete di giovani emergenti, che soprattutto nella borgata Talsano, si occupava del lucroso traffico e spaccio delle sostanze stupefacenti con la strettissima collaborazione di Daniele LEALE (nipote del più noto Franchino LEALE, appartenente alla c.d. “vecchia guardia” facente capo ai fratelli MODEO, che negli anni 80-90 operava nel settore del diffuso traffico e spaccio degli stupefacenti in Taranto). La droga veniva scambiata in un parco, fra la gente che faceva jogging. Il gruppo si riforniva invece direttamente dai Narcos colombiani, attraverso la Spagna, ma aveva anche un canale barese, dal quartiere Japigia, storica roccaforte del clan PARISI-PALERMITI e un altro calabrese, con provenienza da Gioia Tauro, piazza rigidamente gestita dalla Ndrangheta, per il tramite della Basilicata, in particolare da Scanzano Jonico, con il trasferimento a Taranto di ingenti quantitativi di cocaina ed eroina. Attraverso i contatti con il gruppo calabro/lucano – avente particolari e documentate cointeressenze riconducibili all’area di Gioia Tauro, quindi al suo porto mercantile – il gruppo CATAPANO, attraverso Ottavio GENTILE e Cataldo MISSIANO, è riuscito poi ad intavolare trattative finalizzate non solo all’acquisto di stupefacente, ma anche di armi trasferite a Taranto, alcune anche sequestrate durante l’operazione. L’indagine ha consentito, inoltre, di individuare un laboratorio clandestino per il taglio e confezionamento dello stupefacente, tagliato anche con anfetamine e farmaci antimeteorici, del quale i Carabinieri hanno documentato, con inequivoche videoriprese, le attività illecite sequestrando tutto il materiale occorrente per la completa attività dell’impianto. In un’intercettazione un indagato, durante le operazioni di taglio, avendo respirato stupefacente, era stato male per una settimana, tanto da dichiarare “ho avuto roba io da rimbambire”, munendosi poi per operare di tappi, fazzoletto ed occhiali.
I destinatari delle misure sono stati condotti presso le case circondariali di Taranto, Matera,
Brindisi, ovvero sottoposti agli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni.
Il nome dell’operazione deriva dalla parola in codice usata dai sodali per indicare la cocaina e
cioè “neve”. Ma nel linguaggio in codice si indicava anche come “cozze”, “dolcetto”, “acqua”, “birre”, “ostriche”, “bicicletta”, “legna” e “CD”; le operazioni di taglio erano definite invece “tric e trac”.
Nel corso delle perquisizioni eseguite contestualmente con gli arresti è stato anche individuato e sequestrato un laboratorio clandestino per il taglio e confezionamento della droga ricavato in un deposito di legna in disuso. Presso l’abitazione di Giuseppe CIRACIRA, rivenuti e sequestrati Kg. 1,150 circa di cocaina con elevata percentuale di purezza, tagliata con un farmaco, il cui principio attivo è usato come antiparassitario in veterinaria, nonché una mitraglietta; una pistola due fucili ad aria compressa, munizioni e ricetrasmittenti.
Alla conferenza stampa che ha illustrato i dettagli dell’operazione erano presenti il Procuratore
Distrettuale Antimafia di Lecce, dr. Cataldo MOTTA, il Procuratore di Taranto, dr. Franco
SEBASTIO, i sostituti procuratori Alessio COCCIOLI e Lucia ISCERI, nonché i comandanti
Provinciali dell’Arma Daniele SIRIMARCO e della Guardia di Finanza Salvatore PAIANO.