Taranto: sono 8916, secondo dati Asl, i malati di tumore

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L’associazione ambientalista “PeaceLink” è entrata in possesso dei dati attuali ASL degli ammalati di tumore nella città di Taranto: sono 8916. E’ bastato cliccare il codice “048” per scoprire il numero di persone che hanno l’esenzione dal ticket per malattie tumorali. “Nel distretto sanitario 3, che comprende i quartieri più vicini all’area industriale nelle immediate vicinanze con l’Ilva, ovvero i quartieri Tamburi, Paolo VI, Città Vecchia e parte del Borgo, c’è un malato di cancro ogni 18 abitanti. Per la precisione 4328 malati su 78mila abitanti”. Lo scrive Alessandro Marescotti, presidente dell’associazione ambientalista PeaceLink. “Questo significa che se venti persone si riuniscono in una stanza nel quartiere Tamburi – afferma – almeno una ha un tumore. Nei restanti quartieri, quelli più lontani dalle industrie, c’è un malato di cancro ogni 26. Infatti nel distretto sanitario 4 che comprende il resto della città vi sono 4588 malati di tumore su 120 mila abitanti. Questa è la situazione attuale. Ovviamente – continua – tali dati non possono calcolare tutti coloro che potrebbero avere un tumore latente o non diagnosticato”. Marescotti se la prende con il sindaco di Taranto Ippazio Stefàno “Il sindaco di Taranto, che è un medico – rileva Marescotti – avrebbe potuto compiere questa ricerca. Perché non lo ha fatto? L’associazione ambientalista fa dunque appello all’ordine dei medici perché venga compiuto un opportuno approfondimento su questi dati in modo da individuare le categorie di persone più esposte. E’ venuto il momento di avere dati istantanei su tutte le malattie gravi, le diagnosi e i ricoveri. Disporre di un dato istantaneo e conoscerne la sua evoluzione temporale è un primo passo per compiere ulteriori indagini più affinate da un punto di vista epidemiologico”. “Avere una situazione aggiornata – sottolinea Marescotti – è possibile con i sistemi informatici in rete. Occorre in particolare conoscere il dato aggiornato della mortalità quartiere per quartiere, in modo che la magistratura possa intervenire lì dove le autorità politico-amministrative non lo facessero. Purtroppo invece conosciamo solo dati vecchi di anni e i politici di governo ripetono come un ‘mantra’ che la situazione sta migliorando. Se avessimo dati istantanei non si potrebbe più ignorare il dolore che la città vive”.

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