Taranto: sequestro patrimoniale per oltre 1,5 milioni di euro dopo condanna all’ergastolo

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La Polizia di Stato ha eseguito, alle prime luci dell’alba, un decreto di sequestro patrimoniale nei confronti di un 47enne tarantino, Paolo Vuto, attualmente detenuto in seguito a una condanna all’ergastolo in quanto ritenuto l’organizzatore dell’agguato per l’omicidio dell’imprenditore locale Cosimo Nardelli freddato con due colpi di arma da fuoco il 26 maggio 2023, in via Cugini.

Il provvedimento, disposto dal Tribunale di Lecce – sezione misure di prevenzione, accoglie la proposta avanzata dal Questore della provincia di Taranto, Michele Davide Sinigaglia, e punta a colpire i beni mobili e immobili nella disponibilità del soggetto, per un valore stimato di oltre 1 milione e mezzo di euro. L’attività investigativa, condotta dalla Divisione Anticrimine della Polizia di Stato con il supporto della Squadra Mobile e delle Direzioni Distrettuali Antimafia di Lecce e della Procura Ordinaria di Taranto, ha evidenziato la pericolosità sociale dell’uomo. Gli inquirenti lo ritengono non solo dedito a reati di natura lucrogenetica, ma anche un elemento di spicco della consorteria criminale tarantina. La sua recente condanna per omicidio ha consolidato il quadro probatorio, portando le autorità a intervenire con una misura patrimoniale per impedire il proseguimento delle sue attività illecite.

Le indagini hanno rivelato una significativa sproporzione tra il reddito dichiarato dal soggetto e il valore del patrimonio accumulato nel tempo, comprendente: – Attività commerciali, tra cui il Bar Lady White di San Vito considerato base operativa della presunta organizzazione criminale, come emerso dalle immagini di videosorveglianza; – Immobili adibiti a civile abitazione e investimenti nel settore immobiliare; – Autovetture di lusso e accessori di alto valore, tra cui diversi orologi Rolex; – Conti correnti bancari e postali su cui erano depositate somme di denaro ingenti.

Gli investigatori hanno scoperto che molti di questi beni erano intestati a prestanome di fiducia, probabilmente per eludere eventuali controlli, ma di fatto continuavano a essere gestiti direttamente dal detenuto.
Gli Agenti della Divisione Anticrimine della Questura di Taranto, con il supporto operativo del Servizio Centrale Anticrimine di Roma, del Reparto Prevenzione Crimine di Lecce e della Polizia Scientifica, hanno pertanto apposto i sigilli agli immobili e sequestrato i beni individuati dalle indagini.

Un amministratore giudiziario, nominato dal Tribunale di Lecce, è stato incaricato della gestione del patrimonio confiscato, per prevenire eventuali sottrazioni o vendite illecite che potrebbero vanificare il sequestro.
Con questa operazione, la Polizia di Stato infligge un duro colpo alle risorse economiche della criminalità organizzata locale, rafforzando il contrasto alle attività illecite nel territorio tarantino. Il provvedimento si inserisce in un più ampio piano di prevenzione patrimoniale, mirato a limitare la capacità operativa dei soggetti ritenuti socialmente pericolosi e coinvolti in reati gravi.