Taranto: Per il giudice Legrottaglie è stato ucciso per eludere accertamenti sull’arsenale

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L’omicidio del vice brigadiere dei Carabinieri Carlo Legrottaglie, avvenuto il 12 giugno nelle campagne della provincia ionica, non sarebbe frutto del caso.

Secondo il giudice per le indagini preliminari di Taranto, Francesco Maccagnano, l’uccisione del militare avrebbe avuto un preciso scopo: impedire che le forze dell’ordine scoprissero un deposito di armi nascosto tra l’abitazione e il negozio di Camillo Giannattasio, 57 anni, oggi in carcere.

La conferma arriva dal provvedimento firmato poche ore fa, in cui il gip recepisce integralmente la ricostruzione della Procura, coordinata dal pm Francesco Ciardo. Il documento parla chiaro: il delitto sarebbe stato «funzionale a eludere accertamenti» che avrebbero portato non solo al sequestro dell’arma usata nel conflitto a fuoco, ma anche all’intero arsenale detenuto illegalmente.

Durante il blitz in cui Giannattasio è stato arrestato, ha perso la vita anche Michele Mastropietro, 59 anni, che secondo le indagini avrebbe esploso i colpi mortali contro Legrottaglie prima di rimanere ucciso nello scontro a fuoco.

Nel negozio e nell’appartamento del principale indagato, i Falchi della Squadra Mobile i militari del Nucleo Investigativo di Taranto e dello Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori Puglia, hanno rinvenuto un ingente  assortimento di armi: due fucili, cinque pistole, coltelli, munizioni di vario calibro, oltre ad accessori utili al travisamento, telefoni cellulari, targhe contraffatte, telefoni cellulari e alcuni “citofoni” – dispositivi noti alle forze dell’ordine per essere utilizzati durante rapine, tecnica già associata a Mastropietro nell’ambito dell’inchiesta “Armored” del 2013.
È stata , inoltre, recuperata e posta sotto sequestro la pistola impugnata dal malvivente deceduto
– una semiautomatica marca Beretta Mod. 98/FS Cal. 9X21 con matricola abrasa – usata
presumibilmente anche nella precedente sparatoria avuta con i Carabinieri. 

Durante l’udienza di convalida, Giannattasio ha scelto di non rispondere alle domande del giudice e non ha rilasciato dichiarazioni spontanee. Il fascicolo relativo all’omicidio di Legrottaglie è stato ora trasmesso alla Procura di Brindisi, in quanto ritenuto il reato più grave tra quelli contestati.