Taranto: ArcelorMittal misure inadeguate contro coronavirus: sindacati proclamano lo sciopero

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Uno sciopero è stato proclamato dalle organizzazioni sindacali Fim Cisl e USB a partire da domani mattina 13 Marzo dalle ore 7.00 sino alle 23.00 del 22 Marzo 2020 esteso ai lavoratori dell’appalto e dell’indotto. Le ragioni sono spiegate in un comunicato stampa diffuso dopo l’incontro che si è tenuto tra organizzazioni sindacali e relazioni industriali.

“…ad oggi registriamo che ArcelorMittal a seguito di 3 giorni di vani confronti, continua a tergiversare in merito alle richieste delle organizzazioni sindacali che pretendono con forza di mettere in sicurezza i lavoratori del sito e dell’appalto/indotto, in linea con la piena applicazione del DPCM del 11/03/2020 . L’azienda continua in maniera irresponsabile ed unilaterale a non considerare la congrua riduzione della presenza del personale all’interno dello stabilimento, in subordine sia alla mancanza di dispositivi di protezione individuale (come le mascherine), sia alle carenze di adeguate contromisure organizzative (autobus, refettori, mense e spogliatoi) finalizzate al contenimento di diffusione del COVID 19. Crediamo – scrivono le segreterie di Fim Cisl e USB – che in una fase altamente drammatica come quella che il paese sta attraversando, non si possa attendere rispetto alla salute dei lavoratori che rappresentiamo, lasciandola nelle mani di imprese irresponsabili.” I sindacati si riservano altre iniziative di lotta.

Le Segreterie di Fiom e Uilm invece domattina si autoconvocano dal Prefetto di Taranto per “esplicitare non solo le preoccupazioni legittime dei lavoratori, ma l’evidente rischio da contagio da Covid-19 in assenza di scarse misure adottate ad oggi dall’azienda. Data la difficoltà generalizzata – aggiungono – a un’esatta e puntuale applicazione nei luoghi di lavoro delle misure sanitarie prescritte dal Governo, a cui chiediamo norme chiare e cogenti per le imprese, e l’oggettiva penuria di dispositivi di protezione individuale utili a prevenire i contagi, Fiom e Uilm in assenza di interventi mirati e immediati proclameranno uno sciopero dello stabilimento siderurgico di Taranto a far data dal 16 marzo fino a domenica 22 marzo».

Fiom e Uilm informano di aver ribadito oggi all’azienda «la necessità di attuare una drastica riduzione del numero di personale in fabbrica con la conseguente riduzione di tutti gli impianti. La stessa riduzione della marcia si rende necessaria in quanto riteniamo non applicate le misure restrittive previste dai Dpcm emanati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri».

Ma «ArcelorMittal – affermano ancora – si è presentata al tavolo con proposte inadeguate e soprattutto non dando risposte alle esigenze poste dalle organizzazioni sindacali negli ultimi giorni». In assenza di «risposte da parte dell’azienda e delle istituzioni locali e nazionali che garantisca, di fatto, una copertura normativa e salariale – concludono Fiom e Uilm – dichiariamo da subito l’astensione unilaterale delle attività come forma di autotutela. Il tutto si rende necessario ad evitare il contagio di corona virus in quanto l’azienda, a tutt’oggi, è inadempiente sull’applicazione delle misure contenute all’interno del Dpcm».

Il presidente di Confindustria Taranto Antonio Marinaro ha scritto all’Ad di ArcelorMittal Italia, Lucia Morselli, e, per conoscenza, al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, segnalando, così come avevano fatto i sindacati metalmeccanici, «criticità» nell’applicazione delle norme di prevenzione per il contenimento del contagio da Coronavirus nello stabilimento siderurgico di Taranto e sollecita l’immediata adozione di «misure, anche quelle più drastiche». Marinaro esprime «preoccupazioni» in ordine alla possibilità che all’interno della fabbrica «si possano integralmente rispettare tutte le misure imposte a tutela della salute individuale e pubblica. Il propagarsi dell’epidemia anche sul nostro territorio impone l’adozione di ogni iniziativa utile a garantire che le attività possano svolgersi in assoluta sicurezza e nel pieno rispetto delle prescrizioni da ultimo impartite».

La situazione «si prospetta preoccupante – insiste il presidente di Confindustria Taranto – anche sulla base delle segnalazioni che ci pervengono dall’interno dello stabilimento che in queste ore raccogliamo e che ci fotografano una situazione di assoluto allarme e criticità. A tutto questo si aggiungono le difficoltà rivenienti dalle drastiche riduzioni delle forniture necessarie all’esecuzione delle lavorazioni affidate alle nostre imprese, prime fra tutte quelle riguardanti i dispositivi di protezione individuali resi obbligatori per il rispetto delle misure di protezione sanitaria dei lavoratori». Confindustria Taranto ritiene «non ulteriormente procrastinabili tutte quelle misure, anche quelle più drastiche, atte a garantire il rispetto delle importanti prescrizioni sanitarie soprattutto in riferimento alla distanza minima di sicurezza, alla limitazione dello spostamento all’interno dei siti e alla necessità inderogabile di precludere gli accessi agli spazi comuni» e sollecita l’adozione di «tutte le misure atte a fronteggiare l’emergenza e a valutare, laddove dovessero insorgere problematiche non superabili, l’adozione di provvedimenti ulteriori di sospensione di attività e lavorazioni non interferenti con la continuità produttiva».