Taranto: aggredisce la compagna, arrestato dalla polizia

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Un tarantino di 45 anni con precedenti penali è stato arrestato dagli agenti della sezione volanti della Questura di Taranto con l’accusa di lesioni e maltrattamenti in famiglia. Gli agenti sono intervenuti

Equipaggio Polizia

 ieri intorno alle 13 su indicazione della Sala Operativa nella citta’ vecchia dove era stata segnalata una violenta lite in un’abitazione e hanno scoperto che una donna di 41 anni era stata violentemente aggredita dal suo compagno. La donna, per sfuggire all’ira dell’uomo, era riuscita a rifugiarsi nell’ appartamento di una vicina al piano sottostante, mentre il compagno si era chiuso in casa con uno dei loro figli. Nonostante l’aggressione subìta la 41 enne, inizialmente ha rifiutato le cure dei sanitari intervenuti sul posto, in quanto visibilmente agitata e preoccupata per il bambino. Quando lo ha riabbracciato ha acconsentito al ricovero presso il pronto soccorso dell’ospedale SS. Annunziata. La donna al termine degli accertamenti avendo riportato una frattura allo sterno e numerose ecchimosi, è stata giudicata guaribile in 25 giorni circa, mentre l’uomo è stato successivamente rintracciato dai poliziotti e rinchiuso nel carcere di Taranto. Secondo quanto raccontato dalla malcapitata la lite era sorta perchè l’uomo non accettava di restare in casa la sera ad accudire i figli, mentre la stessa era impegnata per lavoro.
Dopo una prima discussione con toni piuttosto accessi l’uomo in preda ad un raptus l’aveva colpita con pugni e schiaffi, fin quando pur fisicamente dolorante la donna era riuscita a sfuggire e ad uscire dall’appartemtno, per poi rifugiarsi presso una vicina.
Il 45enne che aveva tentato di far rientrare la donna in casa,  strattonandola con forza, si era poi rinchiuso nella propria abitazione con il maggiore dei suoi figli di otto anni. Purtroppo quello accaduto non era l’unico episodio. L’uomo infatti, al momento disoccupato  e dedito spesso al gioco d’azzardo, assumeva spesso atteggiamenti violenti nei confronti della donna sia per avere più tempo libero da dedicare ai suo “svaghi” che per le sue continue richieste di denaro, considerato che la donna era l’unica ad avere una regolare retribuzione.