Taranto: 11 misure cautelari nell’operazione antimafia della Guardia di Finanza “Tabula Rasa”. Video e foto

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Operava nella provincia jonica, il sodalizio criminale di stampo mafioso sgominato questa mattina nell’ambito dell’operazione denominata “Tabula Rasa” del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Taranto, a conclusione di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Lecce – Direzione Distrettuale Antimafia.

In esecuzione 11 misure cautelari emesse dal GIP del Tribunale di Lecce 8 persone sono finite in carcere, 1 agli arresti domiciliari, 2 hanno l’obbligo di presentazione alla p.g. ma complessivamente sono 46 le persone segnalate all’Autorità Giudiziaria chiamate a rispondere a vario titolo, in primis, nei casi più gravi, del reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, finalizzata oltre che al traffico di sostanze stupefacenti ed al contrabbando di t.l.e., anche alle estorsioni in danno di piccoli imprenditori locali e all’imposizione di servizi di guardiania.

Secondo quanto emerso dalle indagini, il sodalizio criminale di stampo mafioso, che aveva base operativa nei quartieri Tamburi e Tramontone era dedito al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, al contrabbando di t.l.e., attività compiute anche attraverso la detenzione illecita di armi e munizioni. La compagine criminale, capeggiata da due fratelli già ritenuti affiliati alla Sacra Corona Unita, grazie alla incontrastata egemonia esercitata nel quartiere Tamburi di Taranto, si imponeva, avvalendosi di una nuova forma di intimidazione, non più predatoria e violenta, ma silente e simbiotica, rispetto al contesto sociale di riferimento, esprimendo un significativo controllo sulle attività lecite del territorio jonico.

Furono loro ad imporre, ad esempio, ad una casa cinematografica – che aveva realizzato le riprese di un film per alcune settimane a Taranto – la guardianìa a cura dei propri sodali dei mezzi e delle attrezzature utilizzate. All’associazione era stato affidato, inoltre, il compito di controllare le aree comunali ove effettuare le riprese, individuare le aree di parcheggio, interloquire con gli abitanti dei condomini interessati dalle esigenze di scena pattuendo i compensi da erogare a titolo di ristoro per evitare contrattempi per la produzione. A fronte di tali servigi il clan riceveva compensi in danaro nonché il controllo monopolistico del reclutamento delle comparse, cosa che sortiva l’effetto di accrescere il prestigio e la fama del sodalizio sul territorio di competenza.

In un’altra occasione, nel 2018, invece è stato acclarato il procacciamento di voti in occasione delle consultazioni elettorali indette per le elezioni comunali del capoluogo. A dare forza all’associazione l’assunzione di uno dei due capi all’interno di un’azienda pubblica nonostante i rilevantissimi precedenti penali, ricoprendo, di fatto, mansioni superiori a quelle spettanti in modo da poter ottenere, in soli 10 anni, una progressione dal I al VI livello, assumendo potere anche nei confronti delle società private di cui condizionava le scelte in forza dell’incarico ricoperto, oltre che della riconosciuta pericolosità criminale.

Numerosi sono stati i reati contestati al sodalizio criminale. In particolare, avrebbero gestito la movimentazione di sostanze stupefacenti del tipo «cocaina» ed «hashish», maturando dei crediti che, in taluni casi, venivano riscossi anche mediante l’uso delle armi e della forza. Con riferimento a tale traffico illecito, nel corso dell’indagine sono stati effettuati numerosi sequestri, soprattutto nella fase della cessione in «panetti» a svariati clienti, alcuni dei quali tratti anche in arresto.

I militari del Comando Provinciale tarantino hanno effettuato poi consistenti sequestri di t.l.e. di contrabbando sia in un deposito gestito dal sodalizio, che a carico di taluni clienti ai quali gli stessi erano stati ceduti; nel corso delle indagini è stata rinvenuta e sequestrata anche una pistola con matricola abrasa. Sono state infatti accertate la detenzione illegale di armi comuni da sparo, l’esplosione di colpi di arma da fuoco in luogo pubblico e la detenzione illecita di munizionamento. E’ stato registrato anche un episodio di danneggiamento di linee ferroviarie finalizzato a screditare l’operato di una società di vigilanza che aveva ottenuto l’appalto sulla linea ferroviaria Martina Franca – Taranto a discapito della società in cui era impiegato un membro del clan.

L’operazione appena conclusa testimonia come la Guardia di Finanza Jonica, nonostante l’attuale contesto emergenziale, continui a dedicare, sotto il coordinamento dell’Autorità Giudiziaria, la massima attenzione al contrasto delle organizzazioni criminali, anche di matrice mafiosa, a tutela dell’economia legale della provincia tarantina.