Spiagge. Città Più Manduria: “Come si potrà garantire il distanziamento sociale?” Occorre piano di gestione

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L’estate è sempre più vicina. Si preannuncia una stagione balneare quanto mai incerta alla luce dell’emergenza coronavirus. L’argomento è di fondamentale importanza in una città come Manduria che dispone di ben 18 Km di costa ma ahimè priva del tanto agognato piano spiagge.

Ne parla in una nota il movimento Città Più che esorta l’Amministrazione ad aprire prontamente un tavolo di concertazione con tutte le parti interessate forze politiche, associazioni ambientaliste e di promozione del territorio per predisporre un piano comune di sicurezza e di gestione delle spiagge.

Con l’ultimo decreto legge del 16 maggio 2020, n. 33, il Governo ha stabilito nuove norme circa la mobilità regionale ed interregionale. Più precisamente fino al 2 Giugno ci si potrà muovere liberamente nella propria regione, mentre dal 3 di Giugno anche fuori regione nel rispetto delle norme di sicurezza che limitino il più possibile il rischio di contagi. Con l’imminente arrivo della stagione estiva, il movimento Città Più intende richiamare l’attenzione della Commissione Straordinaria sul problema della gestione delle spiagge, che come è noto a Manduria equivalgono a ben 18 Km di costa. Premesso che il decreto all’art. 8 vieta “ l’assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico ”, viene spontaneo chiederci come si potrà garantire il distanziamento sociale nelle spiagge, soprattutto in quelle pubbliche . Città Più sollecita l’amministrazione ad adottare dei protocolli di sicurezza, in linea con i criteri indicati a livello nazionale e regionale, ma soprattutto in ragione della specificità delle nostre coste, prevalentemente sabbiose e quindi di facile accesso. L’articolo 9 dello stesso decreto consente ai Sindaci “la chiusura temporanea di specifiche aree pubbliche o aperte al pubblico in cui sia impossibile assicurare adeguatamente il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”. Si deduce dunque che le nostre spiagge, di cui poco meno di 2 km affidate in concessione a stabilimenti privati, potrebbero rimanere inaccessibili ai manduriani e ai turisti se non si adotteranno dei protocolli di sicurezza che regolamentino i comportamenti da assumere e la corretta fruizione delle stesse.

Sarebbe stato necessario in questa contingenza avere per la città di Manduria il tanto agognato piano regolatore delle coste, la cui adozione ed applicazione avrebbe favorito l’azione amministrativa. Invece, come è noto, l’elaborazione del piano, rimandata di amministrazione in amministrazione dal 2013 al 2019, è pervenuta infine nelle mani di un commissario ad acta, nominato dalla Regione Puglia, l’architetto Francesco Merafina, il quale nel giugno dello scorso anno ha sospeso il rilascio di concessioni per nuovi stabilimenti privati. Si attende ad oggi l’ufficializzazione di questo piano , che come già rilevato da un precedente articolo di Città Più dell’ottobre 2019, meriterebbe il coinvolgimento delle forze politiche della città e delle associazioni ambientaliste nonché degli operatori commerciali e turistici portatori di interessi. Più in generale, occorrerebbe prontamente predisporre un piano di sicurezza che interessi anche le aree urbane di San Pietro in Bevagna che, al netto dell’affluenza turistica dei forestieri, si riempie dei manduriani vacanzieri. Non si può pensare infatti di lasciare alla singola iniziativa personale l’organizzazione dell’area mercatale, la gestione dei parcheggi e dei luoghi soliti ad essere punti di aggregazione sociale. L’Amministrazione Comunale, retta dalla Commissione straordinaria, ha l’obbligo di approntare quanto prima un piano di gestione dell’area marina che garantisca ai Manduriani ed ai turisti il diritto di godere delle bellezze paesaggistiche del territorio in totale sicurezza, e specificamente agli operatori economici, che traggono beneficio dalla stagione estiva, di svolgere le proprie attività. In conclusione, Città Più esorta l’Amministrazione ad aprire prontamente un tavolo di concertazione con le forze politiche, le associazioni ambientaliste e di promozione del territorio, auspicabilmente aperto anche ai rappresentanti istituzionali dei comuni costieri della zona, per predisporre un piano comune di sicurezza e di gestione delle spiagge di pertinenza.