Spesa dei fondi comunitari: Puglia al 95%, primato meridionale, oltre la media nazionale

Condividi

“La spesa certificata, a dicembre 2015, dei fondi comunitari in Puglia, è in linea con quella nazionale, poco al di sotto delle principali regioni settentrionali e ben al di sopra di quelle del Mezzogiorno.

Vista così, analizzando semplicemente i numeri ufficiali, la situazione sembrerebbe più che positiva. Tuttavia, resta un unico, ma enorme punto interrogativo: perché a tanta efficienza nell’impegno e nella spesa dei fondi non corrisponde alcun risultato dal punto di vista della crescita occupazionale e dello sviluppo del territorio?”.

Aldo Pugliese, Segretario generale della Uil di Puglia, rimarca come “la Puglia vanta una spesa certificata che si attesta attorno al 95%, contro l’89% del Sud e il 99% del Nord, al di sopra del 92%, soglia della media nazionale. Il che stride non poco con un tasso di disoccupazione, sempre a fine 2015, del 21.5%, in aumento di 4.2 punti percentuali rispetto alla precedente rilevazione, con il preoccupante picco della disoccupazione giovanile (51,3%) e femminile, o con i numeri della cassa integrazione, che a febbraio registrava un + 300% circa rispetto a gennaio, sintomo di una crisi profonda e ancora radicata nel settore produttivo regionale”.

E ancora: “Buona parte dei fondi comunitari sono destinati allo sviluppo e alla crescita infrastrutturale del territorio. Dire, però, che lo stato di isolamento in cui la nostra regione è precipitata da tempo sia solo un lontano ricordo sarebbe azzardato, se non una colossale bugia. La forbice con il Nord Italia e con il resto d’Europa si sta ampliando giorno dopo giorno, a danno di tante aziende del territorio che, così, vengono tagliate fuori dai mercati che contano”.

“La spesa dei fondi europei – conclude Pugliese – non può e non deve essere giudicata solo quantitativamente, ma soprattutto qualitativamente. Ecco perché sorprende il fatto che nella programmazione dei fondi comunitari 2014-2020 non sia presente, tra i così detti risultati attesi, la crescita occupazionale, che invece dovrebbe rappresentare un obiettivo prioritario”.