Soprintendenza, Di Gregorio: ecco il documento che sta allarmando Taranto

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“Per quanto riguarda la Puglia, la Soprintendenza di Brindisi e Lecce diventa Soprintendenza di Brindisi, Lecce e Taranto, con due sedi, una a Lecce e un’altra a Taranto, anche in virtù dell’acquisizione delle competenze sul territorio acquisite dalla Soprintendenza Subacquea cui erano assegnate in precedenza”.“E’ questa la frase che sta allarmando la comunità ionica in ordine al possibile ridimensionamento della Soprintendenza Archeologica. Di quello che ne resta, in verità, dopo la decapitazione del 2016 che ne trasferì a Lecce la direzione. I timori derivano dal nuovo assetto del Ministero della Cultura che prevede il passaggio dal modello organizzativo del segretariato generale in favore del modello dipartimentale.”

Così in una nota il consigliere regionale Vincenzo Di Gregorio (PD), presidente II Commissione consiliare Regione Puglia che spiega:

“Stando a queste indicazioni Taranto dovrebbe avere una sua sede, ma con quali margini operativi? Manterrà la sua autonomia decisionale o diventerà, di fatto, sede decentrata di Lecce in capo a cui risiederanno tutte le decisioni? La controversia si gioca tutta su questo aspetto. Un altro passaggio del documento citato in apertura, apre altri dubbi. “Per quanto riguarda le Soprintendenze archeologia, belle arti e paesaggio – si legge –  il cui numero resta inalterato, sono previsti minimi interventi di adeguamento degli Uffici in relazione alle esigenze specifiche dei rispettivi territori, operando interventi di razionalizzazione volti ad omogeneizzarne l’assetto senza tuttavia perdere di vista la relazione con le specificità del contesto di riferimento, anche in funzione del maggior aggravio di carichi di lavoro degli Uffici competenti sui capoluoghi di provincia cui sono state attribuite gran parte delle attività sin qui assicurate dai Segretariati regionali”.

Quali sono gli interventi di adeguamento e razionalizzazione cui si fa riferimento? Quali sedi saranno coinvolte? Sarà interessata anche Taranto? Non ci sono risposte, ma un altra frase alimenta ulteriori interrogativi in riferimento alla Soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale subacqueo la cui direzione ha sede nel capoluogo ionico per la quale “si prevede una riconduzione delle competenze esclusivamente al patrimonio subacqueo”.
Insomma, i dubbi sono tanti e tutti legittimi. Di sicuro Taranto non può e non deve essere ulteriormente ridimensionata per il suo glorioso passato di capitale della Magna Grecia, ma soprattutto per il suo futuro. L’ho denunciato più volte nei giorni scorsi, anche nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale di Taranto e lo ripeto: la cultura, il nostro patrimonio archeologico, le bellezze paesaggistiche ed artistiche sono gli assi prioritari dell’auspicata riconversione economica e sociale del capoluogo ionico.
Dalle notizie in mio possesso, al momento la riorganizzazione del Ministero della Cultura è ferma al palo, bloccata dai timori e dagli allarmi di Taranto, ma non solo. Ci sono, quindi, margini di manovra sufficienti per fare pressioni sul ministro Sangiuliano affinché della Soprintendenza di Taranto non resti solo una targa su un edificio storico, ma diventi un vero propulsore culturale, centro di sviluppo e promozione del territorio. Anche questa – conclude – è una battaglia che la comunità ionica dovrebbe condurre in maniera coesa e compatta senza distinguo e divisioni”.