Sequestro Ilva: la Uil plaude alla decisione del gip Todisco

Condividi

 “Adesso non possono più esserci esitazioni: la bonifica ambientale di Taranto è finalmente possibile”. E’  positivo il commento del segretario generale della Uil di Puglia, Aldo Pugliese, alla decisione della magistratura tarantina, che questa mattina ha sequestrato “per equivalente” oltre 8 miliardi di euro alla famiglia Riva, a seguito del mancato risanamento ambientale per i danni arrecati dall’Ilva sul territorio del capoluogo jonico.

ilva 2

“Plaudiamo all’iniziativa del Gip Patrizia Todisco – afferma Pugliese – che dà un segnale forte ed inequivocabile alla città: ora siamo sulla strada giusta per procedere finalmente all’ambientalizzazione degli impianti e alla bonifica del territorio, visto che finora per il poco che è stato fatto l’azienda non aveva sostenuto praticamente alcun costo. Approfittando anche di richieste di rinvio puntualmente accordate dal Tar”.

Secondo la Uil siamo alla svolta: “Eravamo per la verità piuttosto preoccupati dalla separazione tra Rivafire e Ilva – sostiene il segretario – e con il nuovo amministratore delegato Bondi ad affermare che l’Ilva è azienda autonoma che cammina con le proprie gambe e che per le prescrizioni per dell’Aia le risorse si devono rilevare soltanto dai soldi dell’Ilva. Ovvero, non tenendo conto che esiste una cassaforte di famiglia, la Rivafire appunto, separandola di fatto dal resto. Ecco perché l’iniziativa del gip è l’unico modo per garantire che effettivamente a questo punto si possa davvero procedere,cominciando innanzitutto con l’ambientalizzazione degli impianti. Con questo provvedimento sono state messe al sicuro le risorse necessarie anche per la bonifica di 115 km del territorio tarantino. Del resto, va ricordato che non più tardi di lunedì scorso il ministro dell’Ambiente, Orlando, ha detto che per le politiche del territorio sono disponibili solo 60 milioni, ovvero una goccia nell’oceano”.

“Si volta pagina, dunque, “nonostante fosse venuto meno l’impegno di Governo e Regione rispetto alla bonifica del territorio ma sposando la priorità nell’Ue secondo la quale “chi inquina paga”, ora ci sono i soldi e si può operare. – conclude Pugliese – Possiamo finalmente dire di essere sulla strada buona”.