Salina dei Monaci. Legambiente: “Insieme ri-costruiamo bellezza”

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Traspare profonda amarezza dalle parole con cui il Presidente di Legambiente Manduria, l’Avv. Giuseppe De Sario, commenta il devastante incendio che ieri ha divorato 20 ettari dell’area protetta.

“Il 21 luglio, gran parte della Salina dei Monaci è stata devastata da un incendio di natura molto sospetta. – afferma De Sario – Già nel recente passato, diversi siti catalogati come aree protette, sono state misteriosamente vittime di incendi, di cui non si è stati in grado di risalire ai responsabili. In pochi minuti è stato mandato in fumo il lavoro durato anni volto a ricostruire la biodiversità. Sono stati distrutti ettari di macchia, insieme a numerose specie animali. Per capire a cosa siano dovuti questi atti che definire vandalici è un eufemismo, bisogna capire quale è l’importanza di queste aree protette. La Palude del Conte, il Fiume Chidro, il Bosco Cuturi, Rosamarina e, appunto, la Salina dei Monaci sono aree designate ad una protezione da parte dello Stato, affinché venga mantenuto l’equilibrio ambientale, aumentandone la biodiversità. Un’oasi naturale è perciò destinata al rifugio, alla riproduzione e alla sosta della fauna selvatica. Questa protezione impedisce dunque la caccia o qualsiasi intervento da parte dell’uomo che possa minare la salvaguardia dell’area. La lotta affinché queste aree venissero riconosciute come protette è stata dura e faticosa, portata avanti, negli anni, dagli attivisti impegnati nella tutela del territorio. Che si sia trattato di un episodio colposo dovuto alla mancanza di cultura ambientale ed al mancato rispetto delle regole anche quelle più elementari o peggio di un episodio doloso poco importa: il risultato è sempre tristissimo e cioè la distruzione di una parte importantissima del patrimonio del nostro territorio.

“C’è da aggiungere però, – sottolinea il Presidente di Legambiente Manduria – che la legge italiana afferma che le oasi di protezione vengono soppresse qualora non sussistano più le condizioni idonee al conseguimento delle loro finalità. Quindi viene da pensare che questi incendi possano anche avere una finalità precisa, ovvero quella della distruzione, affinché queste zone vengano estromesse dalla protezione. Questo per ora non ci è dato saperlo, spetterà alla magistratura fare luce sulla vicenda ed accettare se si sia trattato di un incendio doloso o colposo. Siamo sicuri che nessuno ci guadagnerà da questo atto vandalico e ancor più siamo certi di sapere chi ci andrà a perdere, cioè tutti noi, tutta la cittadinanza, che vede distrutta parte della importantissima natura che la circonda”.

“E pensare – ricorda De Sario – che da pochissimo si è concluso il progetto messo in campo da Legambiente Manduria teso a sensibilizzare la popolazione e a far conoscere a chiunque le bellezze naturali presenti nel nostro territorio. Legambiente Manduria aveva infatti organizzato una serie di 8 eventi tutti svolti nelle domeniche dei mesi di Maggio e Giugno, facenti parte del progetto DiscoveringPuglia che avevano come scopo quello di promuovere il territorio attraverso passeggiate e visite delle riserve naturali e delle aree protette del territorio”.

Ma la speranza, si sa, è sempre l’ultima a morire…

“Noi come Legambiente, – conclude De Sario – ci appelliamo al buon senso dei cittadini coinvolti e interessati alla salvaguardia delle bellezze ambientali che, con tanta fatica si è arrivati a proteggere e che in pochi minuti sono state distrutte in modo irreparabile. Infatti molti sono gli interessi che ruotano attorno ad un progetto che definiamo criminale e che per colpa o dolo possono essere la causa di questo disastro ambientale.
La natura farà il suo corso e se non ci saranno ulteriori interventi devastanti da parte dell’ uomo potrà ricostruirsi in tutta la sua bellezza.
La nostra terra è bella per natura. E a noi tocca il facile e gradevole compito di amarla e questo vandalico episodio dovrà essere da forte stimolo per tutti a proteggere insieme le ricchezze del territorio.
Insieme ri-costruiamo bellezza”.