Riordino. CGIL CISL UIL: “La regione modifichi le scelte su Taranto”

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Chiedono il riequilibrio e la riqualificazione dell’offerta sanitaria rispetto a quanto previsto dal piano di riordino ospedaliero nel territorio jonico: CGIL CISL UIL Territoriali ribadiscono il proprio dissenso per le scelte che la Regione Puglia sta compiendo in tal senso ignorando le effettive necessità di una realtà ad alto rischio ambientale e già con gravi danni patologici presenti su un’alta percentuale di cittadini.

A seguito dei due precedenti Piani di rientro, infatti, la realtà ionica è penalizzata non solo in ordine alle Strutture ospedaliere ma anche alla qualità e quantità di posti letto (con 2,8 posti/letto ogni 1000 abitanti, a fronte di una media regionale del 3,4 e nazionale del 3,7) con conseguente mancanza di riorganizzazione della rete di Medicina territoriale, oltreché fino ad oggi da una inefficace rete di Emergenza-Urgenza.

A conferma di ciò, infatti, in questi giorni, a fronte della stagione estiva e quindi con una presenza massiccia di turisti, sono state segnalate attese insostenibili dei pazienti parcheggiati nei Pronto Soccorso dislocati nei vari nosocomi del territorio tarantino, in attesa “per ore” di un ricovero o di un esame clinico.
Tutto ciò genera nelle corsie, tra i pazienti, giustificato nervosismo che si scarica su medici, infermieri e tutto il personale ospedaliero, lasciati al loro destino a causa della carenza di organico rispetto al fabbisogno, generando conseguentemente per tutti, carichi di lavoro sempre più insopportabili.

Consci della drammaticità della situazione sanitaria nel territorio jonico, le OO.SS. hanno esposto le criticità, abbondantemente trattate nel corso degli ultimi mesi (con presidi territoriali sotto l’Asl e presidi regionali in varie Piazze) e, in ultimo, portate all’attenzione anche del Premier, Matteo Renzi, in occasione dell’incontro del 29 luglio scorso in Prefettura. Lo stesso, per il tramite del Vice Ministro Teresa Bellanova, si è riservato di far conoscere le proprie determinazioni in merito.

La realtà tarantina – sottolineano ancora CGIL CISL UIL – è inoltre indebolita dalla carenza di strutture sanitarie che, nella situazione data, sarebbero essenziali e che, proprio in ragione della situazione epidemiologica del territorio, erano già previste nella precedente programmazione regionale (Regolamento Regionale n.36/2012).
Tale previsione, purtroppo, appare cancellata dall’attuale Piano di riordino regionale.

Le OO.SS. hanno dedicato particolare attenzione alla parte infrastrutturale: alla costruzione del nuovo ospedale San Cataldo, al rifinanziamento Decreto Terra dei Fuochi, alla definizione del progetto sperimentale del “Centro Ambiente e Salute” e all’implementazione dei servizi sanitari attraverso l’istituzione dei reparti di chirurgia toracica, pneumatologia, oncologia pediatrica, allergologia.

L’obiettivo è quello di assicurare un sistema sanitario in grado di effettuare il monitoraggio ambientale del territorio, che esca da quella condizione di incertezza e di precarietà in cui oggi è ancora confinato. Il Piano di riordino ospedaliero che la Regione Puglia si appresta a varare definitivamente, incrocia di fatto, un ampio dissenso nell’intera comunità, per motivazioni che riguardano sia il metodo che il merito.
Nel metodo, si denunciano due preoccupanti mancanze da parte del legislatore regionale:
– il limitato confronto di analisi sulla materia;
– un piano di riordino incentrato sui tagli, più o meno omogenei, su tutto il territorio regionale, che nulla ha concesso alla visione della specificità dei singoli territori, differenti già in partenza, sia sotto il profilo logistico che strutturale, nonché ambientale ed epidemiologico.
Nel merito, invece, per le pesanti ricadute negative che lo stesso comporta per la Provincia di Taranto.
Il bisogno di controllo, prevenzione ed assistenza sanitaria deve diventare una risposta prioritaria come argine sia al disagio socio-sanitario al quale i cittadini sono sottoposti, che alla notevole “mobilità passiva”.

La medicina territoriale, ritengono le OO.SS., non è stata potenziata e versa ancora in forte difficoltà. Per questi motivi è necessaria l’apertura di un articolato ed immediato confronto, per chiedere che venga sospeso e rivisto, territorio per territorio, il Piano di Riordino Ospedaliero, per non mortificare e, quindi, mettere in sicurezza il diritto costituzionale alla salute dei cittadini, per garantirne l’esigibilità e creare allo stesso tempo i presupposti per ricadute positive sull’economia locale.
In tal senso è utile rivedere i tetti massimi di spesa imposti dal DM 70/95, attraverso delle deroghe, e un rifinanziamento del decreto Terra dei Fuochi, al fine di consentire il potenziamento delle strutture, la giusta dotazione strumentale e un’adeguata dotazione organica di personale sanitario supportato da un monitoraggio e da un relativo screening sanitario.
Si propone inoltre, una valutazione specifica per la costruzione del nuovo ospedale “San Cataldo” e l’istituzione di una figura commissariale dotata di prerogative di scopo al fine di velocizzare le procedure burocratico/amministrative.
Fermo restando gli altri presidi sanitari della provincia, Taranto città e comuni limitrofi – ricordano CGIL CISL UIL – sono aree in situazione di grave crisi ambientale, e pertanto oggi deve vedersi riconosciuto un asset ospedaliero ben strutturato ed efficiente che fondi su tre presidi: Santissima Annunziata, Moscati di Taranto e San Marco di Grottaglie.
Alla situazione gia grave si aggiunge in questi giorni una preoccupazione per le assurde dichiarazioni del Presidente Emiliano circa la possibile chiusura del presidio ospedaliero di Martina Franca, in luogo di aperture di strutture analoghe, guarda caso presso altri territori.
La rete sanitaria ionica, che prenderà forma con la costruzione HUB del San Cataldo (non prima del 2022), solo dopo potrà essere riconfigurata. Per le OO.SS. oggi non esistono alternative vere e serie.