Rifornivano di droga piazze di Taranto, Manduria e Martina Franca. 16 arresti nell’Operazione di polizia “Beni Stabili”. Video

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Ha preso il nome di “Beni Stabili” dal complesso edilizio di via Plinio a Taranto, luogo della centrale di spaccio, l’operazione antidroga che ha permesso alla Polizia di Stato di

stroncare una rete criminale che riforniva di cocaina, hashish e marijuana le piazze di Taranto e i comuni di Martina Franca e Manduria.

Al termine di indagini dirette dalla Procura della Repubblica DDA presso il Tribunale di Lecce, la Squadra Mobile ha eseguito 16 misure cautelari personali (di cui 11 in carcere e 4 agli arresti domiciliari) emessa dal Gip presso il Tribunale di Lecce, nei confronti di altrettante persone ritenute a vario titolo indiziate di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e all’esercizio abusivo dell’attività di gioco e scommesse.

L’indagine, condotta dai poliziotti della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile, prese le mosse verso la fine del 2017 quando, nelle vie del capoluogo, venne fermato un gruppetto di minorenni, alcuni dei quali trovati in possesso di dosi di hashish. Seguendo le loro tracce i poliziotti sono riusciti a risalire ai loro fornitori, giovanissimi pusher che, però, erano già in grado di movimentare consistenti quantitativi di droga. La “clientela” era, prevalentemente, costituita da studenti di scuola superiore ai quali la droga veniva ceduta anche in prossimità degli istituti scolastici, all’orario di entrata e di uscita. Seguendo i pusher gli agenti sono arrivati ad individuare anche la fonte di approvvigionamento delle sostanze stupefacenti: il complesso edilizio denominato “Beni Stabili”, che grazie alla morfologia e alla particolare disposizione degli edifici a ferro di cavallo con affaccio su un cortile pertinenziale erano un impenetrabile bunker, punto di riferimento sicuro per i consumatori di sostanze di abuso.

Dagli appartamenti dei “palazzoni”, una roccaforte impenetrabile caratterizzata da un contesto ad elevata densità criminale, il sodalizio, con impressionante capacità organizzativa disponeva di nuclei familiari e di una fitta rete di sodali, incaricati di presidiare la zona di spaccio e effettuare le consegne al minuto o il trasporto dello stupefacente. A casa di uno degli arrestati, nel corso delle numerose attività di riscontro effettuate nel corso delle indagini,è stato rinvenuto un “libro mastro” dove venivano riportate annotazioni giornaliere con l’indicazione di pusher, conteggi di denaro e quantità di sostanza. Redditizia l’attività dell’organizzazione, come testimoniato dai sequestri di ingenti somme di denaro: più di 40.000 euro in contanti, infatti, sono stati trovati nella disponibilità del gruppo e sequestrati in quanto ritenuti provento del traffico illecito di sostanze stupefacenti.

Ma superiori alla capacità organizzativa sono la spregiudicatezza con cui il sodalizio opera sul territorio per affermare la propria forza e il proprio predominio, comprovata dal sequestro di numerose armi clandestine e munizioni, e la violenza cui avrebbe fatto ricorso per esigere il pagamento dei debiti di droga.

Ai due gruppi che rifornivano le piazze di spaccio ce n’era collegato un terzo, a Martina Franca, che controllava il giro delle scommesse clandestine. A capo della propaggine martinese, un noto imprenditore nel settore della ristorazione. Lo spaccio di droga qui avveniva grazie alla copertura di attività commerciali e di circoli ricreativi adibiti, questi ultimi, anche a centri per l’esercizio abusivo dell’attività di gioco e scommesse.