Ricorso della Regione Puglia contro il decreto “Buona Scuola”

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“Condividiamo appieno il ricorso contro il decreto ‘Buona Scuola’. E’ giusto che le istituzioni locali, che assieme alle forze sociali, portano avanti un’interlocuzione quotidiana con cittadini e lavoratori, difendano l’interesse degli stessi contro un decreto che invece di migliorare le condizioni della scuola italiana contribuisce ad acuire i problemi già esistenti”.

Aldo Pugliese, Segretario generale della UIL di Puglia e di Bari-Bat, parla del ricorso che quest’oggi verrà depositato dalla Regione Puglia, mirato a impugnare la legge ‘Buona Scuola’.

“Abbiamo appurato sabato – spiega Pugliese – che Renzi ha una profonda passione e attrazione per gli Stati Uniti d’America e che ad ogni costo vuole copiare, anche in ambito educativo e formativo, lo stile a stelle e strisce. Ebbene, noi non ci stiamo: la scuola non è un’azienda, ma luogo in cui si creano le coscienze e la cultura delle generazioni future. Invece, in nome di riforme mai condivise, come nello stile di questo Esecutivo, si è partorita una legge discrimatoria, che non solo penalizza tanti insegnanti – costretti ad accettare l’incarico in poche ore pur di ricevere un minimo di stabilità… ma a che prezzo? – e tanti dirigenti scolastici, ma fa orecchie da mercante nei confronti della scuola italiana, che invece chiedeva ben altro, a cominciare dal rinnovo contrattuale per finire a interventi ben più decisi sull’edilizia scolastica. Quando tanti ragazzi e bambini italiani e pugliesi sono costretti a studiare in edifici fatiscenti e in classi ‘pollaio’, quando tanti dirigenti scolastici non hanno a disposizione neanche i fondi per comprare carta igienica, banchi nuovi o devono prescindere da un organico adeguato di personale Ata, parlare di Buona Scuola ci pare assolutamente inammissibile”.

“Inoltre – chiosa Pugliese – la legge Buona Scuola viola i dettami dell’articolo 117 della Costituzione, pertanto ci pare quantomeno dovuto il ricorso della Regione Puglia, chiamata a tutelare le proprie competenze costituzionalmente riconosciute. E, se la Regione ha studiato un approccio ‘tecnico’ per il ricorso, da parte del sindacato ci sarà invece una strenua difesa politica e sociale della Scuola, che deve rappresentare una priorità assoluta: solo con un sistema formativo degno di tal nome si può sperare di intraprendere la strada di uno sviluppo sano e duraturo, di essere finalmente competitivi con il Settentrione d’Italia e con il resto d’Europa, al di là degli annunci spot a cui questo Governo ci ha ormai abituato”.