Ricorso al Tar e nomina tecnici: ancora nulla di definito.

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A pochi giorni dalla scadenza del termine per proporre un eventuale ricorso giudiziario al Tribunale Amministrativo e tentare di bloccare la realizzazione della condotta sottomarina al depuratore consortile ci sono
solo “aperture significative ma niente di definito”. E’ quanto emerso al termine dell’incontro tenuto ieri pomeriggio al Comune di Manduria. Il punto della situazione, per niente tranquilla, è dell’Associazione Grande Salento e del Coordinamento Intercomunale che hanno diffuso una nota congiunta. Si continua, dunque, a temporeggiare e il rischio è che, per tale opera, Manduria possa essere commissariata così come accaduto nella vicina Nardò lo scorso 23 Aprile. Tante le differenze con la città neretina che, per la realizzazione del depuratore Nardò-Porto Cesareo al Ministero aveva proposto – senza l’ausilio di professionisti esterni- di versare i reflui affinati nel Canale dell’Asso, cioè laddove scaricano già decine di altri Comuni. Il Ministero però ha respinto la proposta per il più che giustificato motivo che quel canale è a rischio esondazione, così come avvenuto in effetti qualche giorno dopo. Manduria segue invece attentamente tutte le altre proposte del Comune di Nardò ritenute dal Coordinamento condivisibili.
Sono quattro le principali differenze tra il depuratore di Nardò-Porto Cesareo e quello di Manduria-Sava:
1. Nardò scarica già a mare, in battigia, ed il nuovo progetto di inglobare Porto Cesareo nella condotta sottomarina porterebbe lo scarico a 1.100 metri dalla costa e ad una profondità di 31 metri mentre a Specchiarica sarebbe a soli 900 metri dalla spiaggia e ad una profondità marina di 14 metri;
2. Nardò non ha avuto il sostegno progettuale di docenti universitari e tecnici specializzati così come invece ne hanno usufruito, per di più gratuitamente, sia Avetrana che Manduria per sostenere il riuso totale delle acque reflue.
3. Porto Cesareo (località balneare) è senza depuratore, è a rischio imminente di infrazione europea (150.000 € al giorno di multa) e non può scaricare nel proprio mare perché vi è l’area marina protetta;
4. Nardò ha tutte le autorizzazioni mentre Manduria ancora non le ha.
Per bloccare il progetto di scarico a mare del depuratore consortile Manduria-Sava e marine, il Coordinamento Intercomunale -con il coinvolgimento delle Amministrazioni e delle popolazioni di Manduria, Avetrana, Erchie, Torre S. Susanna e altre- è riuscito ad organizzare lo scorso 19 aprile la più grande manifestazione di piazza di tutti i tempi. Adesso il Coordinamento è chiamato, quindi, a capitalizzare la grandissima partecipazione popolare alla manifestazione e a proseguire la vertenza tenendo in conto che:
i Sindaci di Avetrana e Manduria non hanno ancora nominato né gli avvocati (necessari a bloccare tutte le iniziative di Regione, AQP e impresa Putignano) né i tecnici che gratuitamente, sostengono l’alternativa affinché sia superato lo scarico a mare con il riuso totale delle acque reflue sanificate;
sollecitare l’incontro tecnico al Ministero Ambiente –così come richiesto dal dott. Luca Limongelli della Regione Puglia – rischia di affrettare i tempi del commissariamento.
Sul fronte politico si attende infine il 31 maggio per sollecitare il nuovo Presidente, la nuova Giunta e il nuovo Consiglio e sperare nel rispetto degli impegni assunti da tutti i candidati alla Presidenza della Regione Puglia.

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