Quest’anno niente ultima campanella…ma solo un abbraccio virtuale. Le emozioni al tempo del covid-19

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Mi ero rinchiuso in un doloroso silenzio, in attesa che la fine di questo lungo ‘inverno’ mi restituisse le parole e un raggio di speranza. Giugno è già qui da un po’, ma non ci ha donato ancora la sua promessa d’estate, né ci regalerà quest’anno la suggestione dell’ultima campanella.

Tutto è rimasto fermo al 4 marzo, in un silenzio profondo che non è quello dell’ultimo giorno di scuola, quando tutti sono andati via … è il vuoto impressionante di chi ha lasciato sotto il banco la sua cartellina con i disegni, o la diamonica, una bottiglietta semivuota, un mozzicone di matita, un foglietto ripiegato, conterrà forse una formula suggerita o chissà magari un messaggino d’amore…

La lavagna è muta: nessuno vi ha potuto scrivere “Mitica III F” o “Buone vacanze prof”, sta lì, nera di lava come il cielo plumbeo di un inverno che ci ha portato via la primavera.

Ma di cosa sia capace l’animo umano lo abbiamo capito anche questa volta, quando tra noi e i ragazzi il Nemico Invisibile ha provato a scavare un solco profondo, voleva portarsi via anche la nostra dignità.

Ma non v’è distanza che le anime belle non possano colmare, le abbiamo coltivato insieme le nostre anime belle, così non si sono rinsecchite e con la stagione nuova son tornate a fiorire.

Ognuno s’è ritagliato un cantuccio nella propria casa, immaginandosi nel proprio banco con i compagni d’intorno, smarriti e senza bussola abbiamo attraversato la foresta buia, lasciandoci guidare dall’unica Stella Polare: la forza di restare attaccati alla vita!

Oggi, anche senza l’ultima campanella, ci siamo guardati in viso, oltrepassando lo schermo, abbiamo sentito la forza dell’abbraccio, oltre il gesto fisico, abbiamo pianto, perché ci siam voluti bene, e dopo la tempesta, ci siamo ritrovati più uniti.

Ora l’ultimo ostacolo attende i ragazzi di Terza, ma hanno una forza dirompente e lo salteranno con l’agilità dei loro anni… poi per tutti sarà finalmente estate e spegneremo tutto.

Si riaccenderanno, più vivi che mai, i colori della nostra estate: il bianco di calce della casetta tirata a lucido dal nonno per i suoi nipoti, il verde di velluto delle nostre campagne assolate, il rosso del tramonto più lungo nel solstizio… già, proprio come i colori della nostra bandiera, che ora sventola al sole…

Buona Estate, cari ragazzi, e …siate felici!

Giorgio Rosso – docente.