Quel gesto che commuove… ma uccide: ecco perché non dobbiamo più lanciare palloncini in cielo

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In momenti di dolore profondo, come la perdita di una giovane vita, il bisogno di esprimere amore e memoria si traduce spesso in gesti simbolici. Uno dei più diffusi è il lancio di palloncini verso il cielo, con la speranza che possano raggiungere chi non c’è più. È un’immagine poetica, carica di emozione. Ma dietro quella bellezza apparente si nasconde un impatto devastante per l’ambiente e per altri esseri viventi.

Secondo l’associazione Plastic Free Onlus, anche i palloncini dichiarati “biodegradabili” rappresentano una minaccia concreta per la fauna selvatica. Una volta liberati in aria, questi oggetti non spariscono magicamente: ricadono a terra o in mare, spesso ridotti in frammenti che vengono scambiati per cibo da uccelli, tartarughe, pesci e altri animali. Uno studio dell’Università di Swansea ha rilevato che l’80% dei rifiuti trovati nello stomaco delle tartarughe marine erano pezzi di palloncino.

I festeggiamenti possono restare tali anche senza il lancio di palloncini nel cielo. Ciò che vola in alto, inevitabilmente torna giù. E può diventare letale.

Il paradosso è doloroso: nel tentativo di onorare una vita spezzata, si rischia di causare la morte di altre creature innocenti. È un gesto che nasce dal desiderio di ricordare, ma che può trasformarsi in un atto inconsapevolmente crudele. Ecco perché oltre 70 Comuni italiani hanno già emanato ordinanze per vietare il rilascio in volo dei palloncini.

Tra questi c’è anche Manduria, che ha rinnovato il proprio impegno ambientale sottoscrivendo un protocollo d’intesa con Plastic Free Onlus il 27 ottobre 2024. Il Comune ha ottenuto il massimo riconoscimento di “tre tartarughe” per le sue azioni concrete contro l’inquinamento da plastica. Un traguardo che impone coerenza anche nelle scelte simboliche: promuovere comportamenti sostenibili e scoraggiare pratiche dannose per l’ambiente, come il lancio di palloncini, è un passo necessario.

Esistono modi altrettanto toccanti per ricordare chi non c’è più, senza danneggiare l’ambiente. Plastic Free suggerisce:

  1. Bolle di sapone per i più piccoli;
  2. Bandierine di carta con messaggi personali
  3. Piantumazione di un albero in memoria della persona scomparsa;
  4. Adozione simbolica di una tartaruga marina o di un altro animale in via di estinzione.

Non si tratta di spegnere il dolore o la voglia di ricordare. E questo nostro articolo non vuole richiamare a nessuna sanzione ma contribuire a una crescita culturale. Naturalmente oltre che per i funerali, il discorso vale anche per le ricorrenze, le feste, gli eventi in memoria: i palloncini sono sempre più utilizzati e viene ignorato l’impatto negativo che hanno sull’ambiente. Allora stop al lancio di palloncini: trasformiamo questo gesto in un atto di amore anche verso il pianeta. Perché ogni vita è sacra — anche quella di un gabbiano, di una tartaruga, di un pesce che potrebbe morire soffocato da un frammento di plastica. Ricordare chi abbiamo perso è un atto d’amore. Facciamolo in modo che non diventi, per altri, una condanna.