Pulsano. Reperti archeolgici recuperati a largo di Torre Castelluccia

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Tre ceppi di ancore in piombo di epoca romana, recentemente recuperati ad una profondità di circa 30 metri, a largo di Torre Castelluccia, a Pulsano (TA), sono stati mostrati questa mattina a Taranto, presso il Chiostro di San Domenico, sede della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia.

Sono intervenuti, il Soprintendente Archeologo, dott. Luigi La Rocca e i funzionari archeologi dott.ssa Laura Masiello e dott. Arcangelo Alessio, per la Guardia di Finanza, il Colonnello Maurizio Muscarà, Comandante del Reparto Operativo Aeronavale di Bari ed altri ufficiali del Corpo ed il sindaco della città di Pulsano, l’Avv. Giuseppe Ecclesia.

Il recupero dei reperti archeologici è stato effettuato grazie alla collaborazione tra il Servizio Subacqueo della Soprintendenza ed il Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Bari, nell’ambito dell’impegno delle varie istituzioni volto a recuperare e preservare il patrimonio archeologico sommerso.

Si tratta solo dell’ultimo atto di un’intensa attività di ricerca subacquea avviata, in seguito alla segnalazione di un cittadino, dai Sommozzatori del II Nucleo della Stazione Navale Guardia di Finanza di Bari – stanziati a Taranto.
Individuati i reperti, i finanzieri hanno dapprima monitorato l’area allo scopo di individuare eventuali soggetti interessati a impossessarsi illecitamente del materiale archeologico, circostanza che non si è verificata. Si è poi proceduto al recupero dei reperti impiegando mezzi navali e personale specializzato delle Fiamme Gialle sotto la supervisione scientifica della Soprintendenza.

Nel giugno dello scorso anno, è stato recuperato un relitto di epoca medioevale, sommerso nelle acque della darsena di “San Nicolicchio”, nel Porto Commerciale di Taranto, la cui presenza era stata segnalata dallo stesso Nucleo Sommozzatori della Guardia di Finanza.
Con il materiale archeologico rinvenuto è stata allestita una mostra nella quale viene illustrato anche il contesto storico dell’impiego dei mezzi navali dell’epoca.
Esso rappresenta un ulteriore tassello utile alla ricostruzione della storia delle rotte marittime che sin dall’antichità, senza soluzione di continuità, hanno collegato le coste del Mediterraneo ed in particolare il litorale ionico, intensamente antropizzato sin dall’epoca preistorica.
Tutto il litorale tarantino risulta costellato da reperti isolati o relitti, come ad esempio, per citare i più consistenti ritrovamenti, il relitto con carico di laterizi di Torre Saturo, il relitto con sarcofagi di marmo recuperato negli anni ’60 a Torre Sgarrata, i due relitti spiaggiati a Lido Silvana ancora sommersi, i sarcofagi semilavorati in marmo di San Pietro in Bevagna e le colonne in marmo rinvenute a Porto Cesareo. A questi si aggiungono numerosi reperti provenienti da diverse località, sicuramente da mettere in relazione con naufragi di imbarcazioni non ancora rinvenute.
I ceppi d’ancora recuperati, come accaduto frequentemente in passato, una volta restaurati, potrebbero fornire ulteriori informazioni relative a possibili iscrizioni.

Proseguono ulteriori approfondimenti ed indagini nell’area circostante al rinvenimento, che potrebbero rivelare la presenza di altri reperti e ulteriori preziose informazioni circa la storia del litorale della Provincia Jonica.