Pulsano: altri 6 arresti per l’omicidio Galeandro. Nomi e foto

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Sei persone sono state arrestate al termine dell’indagine per far piena luce sull’omicidio di Francesco Galeandro, pregiudicato 47enne ucciso in agguato il 22 luglio dello scorso anno in una stradina alla periferia di Pulsano, nel tarantino, a pochi metri dalla sua abitazione.
Le accuse sono, a vario titolo, di concorso in omicidio volontario premeditato aggravato, ricettazione aggravata, porto e detenzione in luogo pubblico di armi da sparo comuni e da guerra e favoreggiamento personale.
I provvedimenti, emessi dal GIP del Tribunale di Taranto dr.ssa Vilma GILLI, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica di Taranto dr.ssa Antonella DE LUCA, sono stati eseguiti a Pulsano, Crispiano (Ta), Francavilla Fontana (Br), Taviano (Le) e Roma. L’operazione coordinata dal Comando Provinciale di Taranto ha richiesto l’impiego dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto
Operativo, del N.O.R. della Compagnia di Manduria e
della Sezione di P.G. – Aliquota Carabinieri della Procura di Taranto, coadiuvati nella fase esecutiva dai militari delle Compagnie Carabinieri di Taranto, Massafra, Francavilla Fontana, Casarano e Roma Trionfale, con il supporto di un elicottero del 6° Elinucleo Carabinieri di Bari Palese ed unità cinofile antidroga ed anti esplosivo del Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno.
In manette sono finiti il pregiudicato Antonio Serafino, 73 anni, pensionato e Giuseppe Giaquinto, 28 anni, operaio, con precedenti di polizia entrambi residenti a Pulsano; il 46 enne Vincenzo Caldararo, operaio pregiudicato residente a Crispiano; Giuliano Parisi, 36 anni operaio pregiudicato residente a Francavilla Fontana. Tutti condotti nel Carcere di Taranto. ai domiciliari invece sono finiti Andrea e Giovanni Rizzo, il primo commerciante incensurato 27 enne, il secondo operaio pregiudicato di 49 anni entrambi residenti a Taviano.
L’operazione è scattata dopo gli sviluppi delle indagini avviate per l’omicidio del pregiudicato Francesco GALEANDRO ucciso a Pulsano lo scorso 22 Luglio 2016 che già circa due mesi dopo portarono al fermo, su disposizione del P.M. inquirente della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Taranto – Sost. Proc. Dr.ssa Antonella DE
LUCA – di tre persone: Vito Nicola MANDRILLO ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio, Maurizio AGOSTA, quale mandante e Giovanni PERNORIO, quale favoreggiatore e custode delle armi. Dopo la convalida del provvedimento, a carico dei tre, era intervenuta l’applicazione di ordinanza cautelare e si trovano tuttora ristretti in istituto di
pena. Nel corso delle attività di P.G. era stata, inoltre, rinvenuta e sequestrata una pistola semiautomatica
calibro 7.65 parabellum con matricola abrasa e relativo munizionamento.
Le indagini però non potevano ritenersi concluse, atteso che Galeandro era caduto sotto il fuoco di una pistola cal.9×21, ma anche di munizioni cal. 7.62 per Kalashnikov e che un agguato così efferato, messo a segno mentre la vittima era in movimento con la propria autovettura Smart, aveva sicuramente beneficiato di un sistema organizzativo più ampio. E in effetti gli investigatori, sotto la guida della Procura jonica, hanno delineati il quadro completo inerente all’organizzazione ed esecuzione del delitto, nonché di protezione dei killer nelle ore e giorni immediatamente susseguenti allo stesso, individuando, a carico degli odierni arrestati, ruoli ben specifici assunti nell’ambito
del grave fatto di sangue, insieme ai tre già fermati.
Si è scoperto che il secondo killer oltre a Mandrillo era PARISI e che AGOSTA era l’ideatore, mandante e finanziatore
dell’omicidio voluto per il controllo criminale di Pulsano. Secondo il teorema accusatorio, quindi, fu lui insieme a SERAFINO, CALDARARO, GIAQUINTO e MANDRILLO ad organizzare l’agguato mortale tenendo perfino sopralluoghi e summit riservati e fornendo ai killer le armi utilizzate per l’omicidio. I due Rizzo Giovanni e Andrea rispettivamente padre e figlio, sono accusati di aver aiutato, subito dopo l’omicidio, i due sicari Mandrillo e Parisi a sottrarsi agli accertamenti tecnici degli inquirenti per rilevare tracce di polvere da sparo, offrendo ospitalità ai due killer in fuga, presso la propria abitazione di Taviano.
Le indagini, sotto la direzione della Procura tarantina, hanno quindi consentito di accertare l’esistenza di un vero e proprio “pactum sceleris”, finalizzato all’eliminazione
di GALEANDRO, diventato figura scomoda nella spartizione degli affari illeciti derivanti dallo spaccio di sostanze stupefacenti in Pulsano e comuni limitrofi, al punto da
indurre AGOSTA, con ferocia e determinazione, ad emettere l’ “ordine” di eliminarlo con l’efferata azione di fuoco, condotta dai due sicari, dopo lunghe ore di attesa nascosti nella fitta vegetazione.