Procura di Taranto: il sequestro dei beni Riva acciaio non prevede divieto d’uso

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Taranto – Il provvedimento di sequestro dei beni del valore di quasi 950 mln di euro eseguito nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza del capoluogo jonico nei confronti di alcune società collegate del Gruppo Riva non prevede alcun divieto di uso. E’ quanto precisato in una nota dal procuratore della Repubblica del Tribunale di Taranto, Franco Sebastio che scrive: “Circa i beni aziendali, per i quali l’art. 104 bis del codice di procedura penale dispone la custodia e l’amministrazione da parte di ausiliari nominati dall’autorità giudiziaria al fine di garantire la continuità produttiva dell’azienda, il provvedimento di sequestro non prevede alcun divieto di uso. Peraltro, lo stesso custode-amministratore è autorizzato ‘ex lege’ a gestire eventuali necessità di ordine finanziario”. La Procura sottolinea inoltre che “le attività in atto derivano dalla esecuzione del provvedimento di sequestro preventivo funzionale alla confisca per equivalente emesso il 22 maggio 2013 dal gip del Tribunale di Taranto su richiesta di questa Procura ai sensi del decreto legislativo 231 del 2001. Tale provvedimento, già confermato dal Tribunale del Riesame a seguito di ricorso, riguardante direttamente alcune società intestate al gruppo industriale prevedeva la sua estensione anche ad ulteriori società controllate, collegate e comunque sottoposte all’influenza dominante di quelle di cui sopra, poi individuate dall’amministratore giudiziario e dagli organi investigativi della Guardia di Finanza”. Si tratta di 13 società dislocate sul territorio nazionale. “Il sequestro tuttora in esecuzione -spiega ancora il procuratore- riguarda essenzialmente beni immobili, partecipazioni in altre societa’, quote azionarie, automezzi, impianti e, solo in minima parte, disponibilità finanziarie”. – Il valore complessivo del sequestro è stato preventivamente stimato, “sulla base delle poste patrimoniali indicate nei bilanci depositati dalle società colpite dal provvedimento -prosegue Sebastio – in circa 950 mln di euro, ma, attualmente, sono stati attinti cespiti per un importo complessivo di circa 600 mln di euro”. ”In particolare – aggiunge – in base a quanto segnalato dagli organi operativi della Guardia di Finanza, l’importo complessivo ammonta a circa 593 mln e 775mila euro, di cui 49 mln di euro di disponibilità finanziarie e, cioè, pari a meno del 20% di quanto sequestrato. I beni di cui sopra verranno immediatamente affidati, così come previsto dall’originario provvedimento del gip ed allo scopo di evitare pregiudizi per la loro operatività, all’amministratore giudiziario, nominato a suo tempo dal giudice proprio allo scopo di garantire la loro gestione”, in modo “da prevenire effetti negativi sulla prosecuzione dell’attività industriale, così come sta già avvenendo per le altre aziende precedentemente attinte dall’iniziale provvedimento di sequestro”.
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