Priscilla: l’altro volto del Re del Rock

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“Let’s not waste one precious kiss while we’re together” You’ll be gone, Elvis Presley
È la perfetta sintesi del biopic “Priscilla”, scritto e diretto da Sofia Coppola e che vede Cailee Spaeny nei panni di Priscilla Beaulieu, poi Presley. Priscilla mostra l’altro lato del successo, quello che nessuno nota quando si spengono i riflettori di un mondo fatto di luci, di fan urlanti e di dischi venduti. È fatto di solitudine, di droghe, di antidepressivi, di rabbia.
Nel lungometraggio magistralmente diretto dalla Coppola vediamo una giovane donna che, di fronte alla star del momento, la più amata dai suoi coetanei, ma vista con preoccupazione dagli adulti perché troppo provocatoria, non può che rimanerne travolta. Così, quando Elvis decide di ospitarla – il compito è affidato a George Barris, proprietario del George Barris Kustome Automotive Products, visto che Priscilla è troppo giovane e bloccata dalla rigidità di suo padre – la sedicenne ha un assaggio di quella vita che le apparterrà con il tempo, fino a soffocarla.
Priscilla viene portata a Bellagio Drive dopo una trattativa di mesi tra il capitano Beaulieu ed Elvis. Priscilla, finalmente, riesce a ottenere il permesso per volare dal suo fidanzato, con in mano già il biglietto di ritorno. Al suo arrivo, però, quello che nota è qualcosa che non immaginava: Elvis è sempre via per girare i suoi film e, anche al suo ritorno, non riesce ad avere del tempo per stare da sola con lui.
Per la prima volta, non vediamo in primo piano Elvis, e anche le sue musiche vengono soltanto citate nel corso del film. Assurdo da concepire, per un personaggio della storia della musica che si è imposto sulla scena grazie anche alla figura del Colonnello Parker.
Tutta la scena è osservata dal punto di vista della donna che gli è rimasta accanto per anni e silenziosamente, sopportando le copertine che lo ritraevano con i suoi incontri “da set”, come quello di Ann-Margret Olsson , conosciuta nel film Viva Las Vegas di cui i due furono protagonisti.
La storia di Elvis e Priscilla è oscura, complessa, tossica. Ho avuto modo di approfondirla nella biografia curata da Paolo Borgognone, “Io, Elvis. La storia immortale del Re del rock” (Diarkos, 2023), che mi ha fornito un quadro completo sugli argomenti tuttora misteriosi della vita del cantante che ha cambiato le regole della musica. Il saggio esplora le diverse fasi della sua vita personale, musicale e cinematografica, passando in analisi tutti i personaggi che hanno gravitato nell’ universo-Elvis. ​
E, parlando proprio del film della Coppola, Borgognone cita un’intervista concessa dalla regista a “Vogue”: «Credo sia interessante avere due interpretazioni completamente diverse degli stessi eventi e dello stesso periodo».
C’è un film dedicato a Elvis (di Baz Luhrmann). Questa è la storia di Priscilla. E, per me, è un punto di vista degno di essere analizzato.

Asia Pichierri