Prevenzione, Sicurezza e Formazione: tre parole semplici ma che salvano la vita. A Manduria a ricordarlo l’albero della sicurezza AMNIL

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Quello della sicurezza sul posto di lavoro, è un tema dal forte impatto sociale ma soprattutto normativo. Gli ultimi accadimenti nazionali, esortano a non abbassare la guardia ma anzi, a sensibilizzare la società e tutti coloro che hanno l’obbligo a far rispettare le leggi.

Il problema delle malattie professionali, fa poi da triste cornice ad una situazione già di per sé deficitaria di certezze. Ed è proprio nello spirito di incentivare una buona comunicazione tra tutti i soggetti interessati, che sabato 14 dicembre 2024, è stato inaugurato l’Albero della Sicurezza.

“Montato su di una tipica intelaiatura da cantiere, l’albero è stato allestito presso Pizzale Eugenio Selvaggi, antistante il Comune di Manduria, per ricordare che il fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, riguarda tutti e purtroppo non conosce festività. L’obiettivo è quello di una maggiore sicurezza che non può essere raggiunta senza l’impegno comune”.

Questa la riflessione dell’assessore alle politiche sociali del comune di Manduria dott.ssa Fabiana Rossetti che alla presenza del Presidente Nazionale dell’ ANMIL Emidio Deandri, del Direttore Generale Inail Giuseppe Gigante e del referente territoriale Anmil Giovanni Distratis, ha svelato un albero di Natale composto da caschi infortunistici di diverso colore: i gialli per rappresentare chi lavora, quindi gli attivi, i rossi per ricordare chi ha subito un infortunio, i marroni per avere contezza delle malattie professionali e quelli neri per ricordare le vittime del lavoro che come indica il numero dei caschi, sono almeno tre al giorno. In cima all’albero, un casco bianco, quello del datore di lavoro, il caposquadra.

Una rappresentazione dal forte impatto suggestivo che, come ha poi aggiunto il sindaco dott. Gregorio Pecoraro, “deve far riflettere sulla necessità di una condizione basilare: lavorare è un diritto, come indica anche la nostra Costituzione, e lavorare in sicurezza, diventa una priorità perché il rientro a casa è anch’ esso stesso il diritto di ogni lavoratore”.

Piena soddisfazione è stata espressa da Emidio Deandri nei confronti dell’ Amministrazione, sensibile al tema e che quindi permette di fare alcune riflessioni. La prima riguarda la necessità di ridurre l’ammontare degli indennizzi professionali perché la loro spesa, incide sul Pil nazionale. Un lavoratore in infortunio, non solo non è in grado di lavorare, quindi produrre reddito temporaneamente o per un lungo periodo, ma soprattutto diventa, suo malgrado, un peso per le casse dello stato. La seconda riflessione riguarda più l’aspetto normativo: Anmil si costituisce parte civile perché nessun lavoratore deve essere lasciato da solo.

“Solo in Puglia – così come spiega invece il direttore generale Inail Giuseppe Gigante – si registrano almeno 30 mila infortuni all’anno in Puglia, con 80 decessi all’anno e 30 milioni di euro solo per indennizzare le famiglie. La cultura della prevenzione deve essere all’ordine del giorno, nelle scuole, dove gli studenti di oggi saranno gli imprenditori e i lavoratori di domani, ma anche e soprattutto nei luoghi dove il sentire sociale è forte e primario. Per le malattie professionali, si registra, nella provincia di Taranto, quasi la metà dei casi di tutta la Puglia, cioè il 35-38%, con mesoteliomi pleurici e tumori”.

L’importanza di un tema così delicato e di quotidiana percezione, merita approfondimenti e considerazioni soprattutto normative che devono essere sostenute da un buona pratica ed un sentire comune.

Francesca Rita Nardelli