Pierfranco Bruni lascia i Beni culturali e l’antropologia per dedicarsi completamente alla letteratura

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“ Lettere a Eleonora ”, Nemapress Edizioni, (con Prefazione di Asmira Braya dell’Università di Scutari e Postfazione di Lucia Cucciarelli dell’Ambasciata d’Italia a Tira), di Pierfranco Bruni è un romanzo epistolare, genere narrativo che ha origini molto lontane, risalendo almeno all’Illuminismo del 1700.

Con questo libro Bruni abbandona completamente, dopo oltre 43 anni, i Beni culturali per dedicarsi completamente alla letteratura. Una scelta decisivamente volontaria, maturata dopo aver ricoperto diversi prestigiosi incarichi istituzionali.

Con “Lettere a Eleonora”, libro con il quale inizia un nuovo cammino, Pierfranco Bruni approfondisce una delle tematiche a lui più congeniali, quella amorosa, ma con una forte originalità, in quanto le lettere che Francisco invia ad Eleonora sono a testimonianza di un amore finito, di un disamore. Al fiume in piena delle parole di rimpianto di Francisco risponde Eleonora con due lettere soltanto, forse preludio di un ulteriore romanzo epistolare interamente a voce femminile.

La creatività intellettuale di Pierfranco Bruni spazia dal romanzo alla saggistica, dagli studi etno-antropologici, all’approfondimento socio-culturale, portando la Magna Grecia, della natia Calabria e della Puglia della sua vita professionale e familiare, a confrontarsi con il mondo, oltre il Mediterraneo.

Nella postfazione Lucia Cucciarelli, Responsabile Cooperazione Scuole Ambasciata D’Italia in Albania Tirana, illustra criticamente il romanzo e la potenza creativa, fra il divino e l’umano, in Pierfranco Bruni:

Il cocktail è una bevanda raffinata, elaborata da mani esperte, che richiede un’atmosfera speciale, un setting sociale, un rituale codificato. La poesia, anche quando fa narrativa lirica, di Pierfranco Bruni per me è un cocktail di parole, che il fruitore deve assaporare,  con l’intimo piacere  di riconoscerne  i sapori, gli umori.

Ha un gusto poetico molto intenso, perché Bruni ha un talento straordinario nell’associare dimensioni visive e uditive, immagini e ricordi.

Non solo apre le segrete stanze della sua esperienza umana, ma gli incontri con tanti personaggi che hanno cambiato la storia linguistica, che hanno inventato generi e costruito nuovi percorsi di senso. Ogni ingrediente concorre a un effetto, modulato diversamente in ogni mente perché ognuno ascolta le parole non solo per il loro colore fonico, estetico o compositivo, ma soprattutto per il potere figurativo ed evocativo.

La poesia è dialogo. Come in “Lettere a Eleonora”.  Non genera solo senso letterario, ma riflessioni sul significato profondo del vivere e soprattutto del convivere e del condividere.
La poesia è vita, vive di tutti i  pensieri degli uomini che l’hanno attraversata e che hanno lasciato i nuclei profondi delle loro esperienze. La poesia è un percorso aperto di sensi, é un vento che raccoglie profumi d’amore, immagini durate un instante o dolori di una vita.

Avvicina nei secoli, nel tempo e nello spazio, i sentimenti di uomini e donne che hanno saputo raccontare. Ulisse nel tormento delle sirene raccontato da Omero, la tensione tragica di Pirandello, la malinconia di Saffo tradotta da Quasimodo, T.S. Eliot raccontato da Montale, i poeti americani vissuti da Pavese, la potenza poetica dei diseredati di De André.

Le scelte compositive di Bruni sono estremamente sofisticate, perché tutta la poesia del ‘900 viene rievocata e rivissuta in una personale rielaborazione. Il suo sistema poetico è aperto. Diversamente dalla maggior parte dei poeti che si chiudono in un mondo simbolico, le creature di Bruni possono viaggiare in racconti visuali, incontrare la musica, coniugarsi con altre libere forme di arte e di sentimento.

Lui crea nuovi accostamenti di suoni, umori e colori e ci lascia liberi di esprimere le nostre intuizioni, di esplorare gli spazi immaginativi che in questo mondo di passaggi bloccati e preconfezionati é ormai un punto. Interrogativo. Forse la poesia può costruire una nuova sintassi del quotidiano. Potenza creativa, fra il divino e l’umano. Così in questo viaggio epistolare di Francisco a Eleonora e con le due lettere di Eleonora a Francisco.