Perrini (DIT): Screening latte materno in tutti i comuni della provincia di Taranto

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L’Asl di Taranto ha aderito al Programma dell’Istituto Superiore di Sanità ‘Studio di Monitoraggio di policlorodibenzodiossine (PCDD), policlorodibenzofurani (PCDF) e policlorobifenili (PCB) nel latte materno di donne residenti a Taranto e provincia. Il progetto,

che rientra nelle misure sanitarie previste dalla prescrizione 93 dell’Aia dell’Ilva di Taranto, è sotto la responsabilità scientifica dell’Istituto Superiore di Sanità. Sarà compito dell’ISS, infatti, effettuare tutte le analisi tossicologiche. L’approfondimento viene effettuato su 60-80 donne a Taranto e Statte e altre ottanta residenti nei comuni che distano più di 30 chilometri da Taranto come Laterza, Ginosa, Castellaneta, Martina Franca, Manduria e Avetrana.

Lo studio è attualmente in corso. Ne ha avuto notizia il consigliere regionale Renato Perrini di Direzione Italia tramite una lettera ufficiale della Asl. Secondo Perrini, che ha raccolto molte sollecitazioni da parte di mamme di altri comuni non coinvolti nel monitoraggio) l’approfondimento in questione andrebbe allargato a tutta la provincia di Taranto. Questo anche in considerazione del fatto che esiste già una deliberazione del Consiglio dei Ministro del 1990 che parla dei territori comunali di Taranto, Statte, Crispiano, Montemesola e Massafra (questi ultimi tre esclusi dallo Studio), come ‘Area ad elevato rischio di crisi ambientale’. E’ampiamente dimostrato – spiega Perrini – come tutta la zona del tarantino sia da considerarsi uno dei territori più industrializzati a livello nazionale, mostrando da decenni, un quadro ambientale complesso e di difficile gestione, che incide pesantemente sulla salute delle persone. Coinvolgere dunque tutti comuni della provincia jonica nello screening sarebbe più che opportuno sia dal punto di vista sanitario che sotto in profilo di indagine scientifica.
Per questo- conclude il consigliere regionale Perrini – ho deciso di interrogare Emiliano in quanto titolare della delega alla Sanità, con un documento ufficiale, affinché condivida con me tali considerazioni e si faccia portavoce con il Governo per ampliare l’area di screening.