Parte il ReD, la puglia prima in Italia con il reddito di dignità

Condividi

Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano annuncia l’avvio di 3000 tirocini, con l’obiettivo di raggiungerne in tutto 20 mila entro la fine del prossimo anno, che hanno lo scopo di lanciare il già annunciato reddito di dignità. Ha anche aggiunto che “Tra poche settimane cominceranno i primi 3000 tirocini formativi, questo significa che in appena un anno di nostra amministrazione, il ReD va a regime”.

Quindi la Regione Puglia imbocca questa strada per prima, ma il presidente Emiliano ha anche sottolineato che nonostante sia buono il risultato ottenuto fino qui, viste le 25 mila domanda che sono fino ad oggi pervenute, “Ci aspettiamo che altre imprese diano la loro disponibilità ad effettuare i tirocini e possano dunque utilizzare questo strumento per ricercare la manodopera e le professionalità di cui hanno bisogno e che i Sindaci ancora di più spingano sulle piccole e medie imprese del territorio per ottenere queste disponibilità”.

L’aspetto della collaborazione è più volte emerso nel discorso del presidente, anche nell’elenco dei ringraziamenti, dove un posto d’onore è stato riservato all’Inps Puglia, per la “mano importantissima dal punto di vista organizzativo. Queste misure hanno infatti anche un problema di gestione che non deve assorbire più risorse del necessario”.

L’assessore al Welfare Salvatore Negro ha comunque voluto mettere in chiaro un aspetto fondamentale, ovvero che “Nessuno può definire il ReD un’elemosina per i disoccupati  ma è una risposta concreta che si dà ai cittadini e che si realizza attraverso il loro reinserimento sociale e lavorativo. Il Red mira al recupero di dignità per una larga fascia di popolazione che si trova in difficoltà. Siamo soddisfatti per la risposta dei nostri cittadini, ma vogliamo fare di più. Per questo continueremo con il nostro giro in tutte le province pugliesi per illustrare la misura e soprattutto per sensibilizzare associazioni, imprese, mondo produttivo a creare sinergie”.

Dalle prime stime, sulle domande pervenute, emerge che il reddito di dignità è utilizzato soprattutto dai “lavoratori poveri, che hanno un’età tra 30 e 45 anni di media, con titolo di studio e con figli a carico non necessariamente minori. Insomma, una fotografia di una classe media che ha bisogno di sostegno”. Semplicemente offrendo la chance di inserirsi nuovamente nel mondo lavorativo, si vanno a risolvere gravi problemi economici, abitativi, e si offre un aiuto per superare la fase di indebitamento, tamponata quando possibile dai prestiti di consolidamento debiti.