Parco Archeologico di Manduria: un viaggio nel passato, un passo nel presente, un salto nel futuro

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Se non fosse per un sempre più crescente allargamento degli agglomerati urbani e grandi metropoli, ognuno di noi starebbe a stretto contatto con ciò che resta delle proprie antiche civiltà: mura, sarcofagi, brevi cammini, chiese…un pezzo di storia in un tempo presente che, lontano da una modalità lenta ma ricca di equilibrio, si percepisce sempre più frenetico.

L’area archeologica diviene un “sito caratterizzato dalla presenza di resti di natura fossile o di manufatti o strutture preistoriche o di età antica”, così come recita l’art. 101, comma d del codice dei beni culturali e del paesaggio. E allora, fortunato è quel popolo che può vantare un’antica ricchezza materiale dalla quale e con la quale costruire un percorso di cultura e opulenza. Ma ancor più fortunata è quella comunità che, vantando un Parco Archeologico, “ambito territoriale caratterizzato da importanti evidenze archeologiche e dalla compresenza di valori storici, paesaggistici o ambientali, attrezzato come museo all’aperto”, come da art. 101, comma e del codice dei beni culturali e del paesaggio, sa riconoscerlo imponente nella sua maestosità.

Le Mura Messapiche del Parco Archeologico di Manduria trasudano storia, cultura e tradizione: poderose mura megalitiche erette tra il V ed il III secolo a.C., rimaste in triplice cerchia, sono visibili assieme alla grande necropoli che consta di più di 1200 tombe databili tra il VI e il II secolo a.C. con tombe a fossa di varie dimensioni. Il Fonte Pliniano, monumento ripreso nello stemma mandurino, è un pozzo alimentato da una sorgente all’interno della grotta. La stessa chiesa di San Pietro Mandurino sovrasta la cripta affrescata di età bizantina che riutilizza la tomba messapica.

I lavori di restauro per la valorizzazione del Parco Archeologico, magistralmente presentati qualche mese fa da un team di professionisti e rappresentanti della soprintendenza nazionale, del segretariato regionale del ministero e della cultura per la Puglia, hanno reso giustizia ad un lavoro certosino quanto gratificante nei confronti del quale il Vicesindaco nonché Assessore alla Cultura, Vito Andrea Mariggiò, ha creduto sin da subito e portato avanti con tenacia e fermezza. Tutta l’area, interessata da un lungo intervento non solo tecnico ma soprattutto di approccio “umano”, regala emozioni e letture introspettive che vanno al di là di un semplice sguardo. Uno sguardo che, adesso, diviene tridimensionale e per questo capace di catturare l’interesse del fruitore: il progetto “Messapi in rete – miglioramento della fruizione dell’Area Archeologica di Manduria”, curato dalla Sopraintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo e presentato qualche giorno fa, è sicuramente un eccelso risultato che ha come obiettivo quello di far conoscere, dandone la giusta priorità, tradizioni e culti di una storia che ci appartiene. Attraverso poi lo storytelling ci si immerge in una modalità innovativa di raccontare il Parco e tutto ciò che contiene rispetto alla storia del popolo dei Messapi. Tecnologia digitale di avanguardia sostenuta dalla realtà aumentata diventano così importanti vettori affinché il “progetto Manduria” possa essere inserito in una rete di conoscenza nazionale e per questo diventare principale attrattiva.

Il convegno, durante il quale è stato presentato il progetto e che ha visto relatori di indiscutibile preparazione, si conclude con un’affascinante video in 3D che ci riporta indietro alla quotidianità messapica. Particolarmente d’effetto, la morte di Archidamo III, re di Sparta, che, nel luglio del 338 a.C., capitola presso Mandurion, ucciso appunto dai Messapi…la storia narra che il suo cadavere non fu mai restituito! Armature, scudi, abbigliamento, culti funebri, deposizione di salme, pitture, ricostruzioni di momenti di vita quotidiana, riproducono virtualmente una Manduria in età messapica, che chiede di essere raccontata attraverso percorsi di conoscenza, valorizzazione ed alta narrazione. I visori di ultima generazione dati in dotazione a tutti coloro che vorranno immergersi nel passato renderanno l’esperienza più accattivante.

Il progetto spinge per una nuova visione e valorizzazione del patrimonio archeologico di Manduria, soprattutto come tesoro fruibile per le future generazioni. Ma la consapevolezza attuale è necessaria per assicurare un legame con la storia e soprattutto con l’identità del proprio territorio.

Francesca Rita Nardelli