Parchi eolici: danni anche al paesaggio e al patrimonio culturale

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Sarebbe un grosso errore ritenere che il devastante impatto dei parchi eolici sul nostro territorio sia un problema che riguardi solo i viticultori e le aziende del vino.

Ad affermarlo sono l’Ing. Sergio De Cillis e la prof.ssa Cecilia De Bartholomaeis, esponenti di rilievo dell’associazionismo manduriano che tornano a mettere in evidenza i danni derivanti dai parchi eolici sul nostro territorio. 
Intanto, – prosegue la nota – perché una crisi del comparto agricolo si ripercuoterebbe inevitabilmente su tutta l’economia dell’area, con un effetto a cascata, che è evento ricorrente nella nostra storia antica e recente; ma occorre anche riflettere sul danno patrimoniale che una così massiccia presenza di giganteschi aerogeneratori determinerebbe, con il massiccio deprezzamento di terreni ed immobili. Sarebbe quindi necessario ed urgente che tutti i cittadini manduriani prendessero consapevolezza delle conseguenze derivanti dal sorgere di questi impianti, in termini economici, paesaggistici e culturali, mobilitandosi.
Ci rivolgiamo in primis a coloro che hanno responsabilità politiche, ma anche a tutte le donne e a tutti gli uomini che in questa città, a vario titolo, si occupano di cultura. Noi tutti siamo molto soddisfatti che al Parco Archeologico vengano desinati nei prossimi bilanci somme ingenti, anche se dispiace che non altrettanta evidenza sia stata destinata in Consiglio Comunale al problema che qui ci occupa; tuttavia non possiamo fare a meno di chiederci e di chiedere: che ne sarà, del nostro paesaggio, così fortemente antropizzato, così ricco di testimonianze storiche e architettoniche, così punteggiato di tracce archeologiche? La sua cancellazione è forse irrilevante ai fini della creazione di un’immagine complessiva di una città nel suo territorio, nella quale trovino adeguata valorizzazione anche singoli “gioielli”, come appunto il Parco Archeologico? Tra progetti approvati ed altri in via di approvazione, una selva di oltre 100 torri altre quasi 200 metri, sia che ricadano nel nostro territorio che in quello dei comuni limitrofi, sarà visibile a giro d’orizzonte.
Non a caso il Ministero della Cultura nell’esprimere, in data 21 maggio 2024, parere negativo al progetto denominato “Sava-Maruggio” della Red Energy, quello da noi descritto nel precedente articolo, rappresentava, tra le altre cose, che “nell’area vasta di riferimento di soli 3 km dagli aerogeneratori sono presenti un numero rilevante di masserie che il PPTR ha individuato e tutelato
quali Ulteriori Contesti Paesaggistici, ovvero quali testimonianze della stratificazione insediativa o quali siti storico-culturali di particolare valore paesaggistico, in quanto espressione dei caratteri identitari del territorio regionale, dalla gran parte delle quali (masserie) gli aerogeneratori risultano visibili”.
Il Ministero inoltre evidenziava “una significativa densità di siti ed aree di interesse archeologico tutelate con vincolo diretto o indiretto e, di conseguenza, tutelate ai sensi dell’art. 142, comma 1, lettera m, del D:lgs.42/ 2004, di seguito riportati:
…insediamento preistorico in località Le Fiatte…insediamento messapico in località Li Castelli ( a circa 2,4 km dall’aerogeneratore SM16) alle quali si aggiungono altre aree a rischio archeologico e segnalazioni archeologiche”.
Il MIC inoltre rilevava l’interferenza diretta del tracciato del cavidotto, per un tratto di 371 metri, con
l’insediamento messapico di Li Castelli, nonché con il Regio tratturo Martinese e che l’impianto contrasta con le direttive del PPTR, in particolare con l’art.77 e con l’art. 80, laddove non consente la realizzazione di gasdotti, elettrodotti sotterranei ecc.
Dovremmo porci tutti una domanda: – concludono De Cillis e  Bartholomaeis – è davvero inevitabile che le ragioni del patrimonio culturale, del paesaggio, del lavoro dell’uomo, della storia e dell’ identità di una popolazione debbano soccombere di fronte a quelle della speculazione?