Operazione “Melody”: ragazze dell’Est in “case a luci rosse”. Sei arresti.

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Sei persone sono state arrestate alle prime ore di questa mattina dagli agenti  della  Squadra Mobile della Questura di Taranto. Destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare cinque uomini (quattro dei quali pregiudicati) ed una donna ritenuti responsabili a vario titolo di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

Lo spunto per le indagini che hanno messo in luce l’articolata organizzazione dedita allo sfruttamento di giovani ragazze sudamericane e provenienti da paesi dell’Est Europa, è stata la scoperta da parte della Polizia di Stato, nel mese di giugno 2020, di un appartamento a “luci rosse” in cui  una donna di nazionalità colombiana era in compagnia di un cliente.

L’appartamento, posto sotto sequestro, è risultato preso in locazione da una sua connazionale la quale aveva ceduto il locale per esercitarvi la prostituzione dietro il pagamento di una quota di affitto e che, nel pubblicare gli annunci su internet, si faceva chiamare “Melody” (da cui prende nome l’operazione).

Uno degli indagati aveva messo anche a disposizione tre appartamenti siti nel capoluogo jonico per ospitare le donne, riscuotendo da loro la somma di 350 euro settimanali. Lo stesso si occupava anche dei lavori di manutenzione, della preparazione e della gestione degli appartamenti, provvedendo anche ad acquistare il materiale necessario per l’attività di prostituzione, dando suggerimenti alle donne in ordine alle modalità con le quali esercitarla.

Il trasporto delle donne da un appartamento ad altro, la gestione delle case d’appuntamento e delle loro ospiti, la pubblicazione degli annunci pubblicati sui siti internet dedicati, fino alla riscossione degli affitti dalle donne, erano di competenza di un altro componente il quale le curava in maniera autonoma e ben collaudata.

I componenti dell’organizzazione, per nulla intimoriti dalla scoperta ed dal conseguente sequestro di due loro “case a luci rosse” da parte della Squadra Mobile, hanno continuato imperterriti la loro illecita attività, fornendo alle ragazze precise indicazioni sui comportamenti da adottare per sottrarsi ai controlli di polizia, eliminando successivamente anche i diversi annunci pubblicati on line.

Le indagini hanno poi accertato anche il coinvolgimento di una donna tarantina, che gestiva un centro massaggi nel capoluogo che  sfruttava l’attività delle giovani prostitute con guadagni che  variavano dagli 80 ai 120 Euro a seconda della durata della prestazione.