Operazione “Italian Black Out” colpo alla cyber-criminalità globale

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Anche un 52 enne di Lecce, T.G., è finito nelle maglie della Guardia di Finanza nel corso dell’operazione denominata “Italian Black Out” che, partita da Cagliari, ha scoperto illeciti finalizzati alla violazione in materia di diritti d’autore via web. I militari del Nucleo di Polizia Tributaria del capoluogo sardo in collaborazione con il Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche, su delega della Procura della Repubblica di Cagliari, hanno assestato un ulteriore duro colpo alla cyber-criminalità globale con radici nel territorio nazionale.
In attuazione di uno specifico provvedimento emesso in via d’urgenza dal sostituto Procuratore della Repubblica dott. Giangiacomo Pilia, è stato inibito l’accesso dall’Italia al portale “ddlstorage”, attraverso l’oscuramento del sito www.ddlstorage.com, amministrato nel nostro Paese e composto da oltre 120 server che hanno trovato luogo inizialmente su internet service provider in Francia, per poi spostarsi su spazi olandesi gestiti da un noto fornitore di servizi della rete. La migrazione è avvenuta congiuntamente ad una “cessione” del servizio “ddlstorage” ad una società lussemburghese, anche se il cyberlocker continuava a essere gestito da dominus italiani.
La piattaforma oscurata consentiva l’accesso a milioni di opere protette da diritto d’autore, tra queste: tracce musicali, film e opere cinematografiche, serie tv sky, videogiochi e prodotti editoriali.
L’operazione, portata a compimento per la prima volta in italia, ha avuto come precipuo scopo quello di aggredire le condotte illecite finalizzate alla violazione in materia di diritti d’autore anche quando si cerca di mascherare tali atteggiamenti delittuosi dietro una parvenza di legalità con la costituzione di società ad hoc. Si tratta, infatti, della prima operazione nella quale è stato possibile provare il legame diretto tra il sito vetrina già sequestrato e il cyberlocker di riferimento.
Dopo l’inibizione del sito ddlhits, effettuata lo scorso anno, gli investigatori si sono concentrati proprio sul veicolo tecnologico appurando i collegamenti con la società madre che aveva addirittura creato un vero e proprio sodalizio criminoso: grazie a questo sistema i gestori del sito cercavano di fidelizzare i propri utenti dietro compenso coinvolgendoli così nell’illecito affare.
Ad una parte degli uploaders, infatti, venivano corrisposte somme proporzionate al numero di download ottenuto dall’illecita messa a disposizione di materiale tutelato, fino a raggiungere diverse decine di migliaia di euro l’anno. Il cyberlocker nazionale, unico nel suo genere, è stato capace di generare un illecito giro d’affari di oltre 1.300.000 euro in poco più di un anno di attività, tramite la vendita di abbonamenti premium da parte degli utenti fruitori. Il sistema così sviluppato ha generato 460.000.000 download illegali di file protetti dal diritto d’autore. Sono altresì sotto la lente degli investigatori gli introiti derivanti da contratti pubblicitari.
Il leccese indagato è tra i 20 soggetti ritenuti responsabili dell’illecita attività. Gli altri sono F.B. 52 anni di Roma, T.M. 22 anni di Agrigento, T.C. 55 anni di Porto Empedocle, M.V. 41 anni di Reggio Calabria, B.F. 37 anni di Prato, M.E. 52 anni di Cuneo, S.M. 68 anni di Tissi (SS), B.G. 41 anni di Varese, N.R. 54 anni di Cittadella (PD), C.G. 66 anni di Mestrino (PN), C.F. 51 anni di Milano, T.A. 38 anni di Trieste, P.F. 44 anni di Trieste, D.A.E. 23 anni di Milano, M.E.M.I. 54 anni di Milano, F.A.O. 53 anni iraniano, F.M. 25 anni di Perugia, B.P. 38 anni di Roma, B.D. 28 anni di Torino.
Questi, in concorso con i 5 gestori del sito, sono B.F. 31 anni di Pordenone, C.E. 30 anni di Breno (BS), B.N. 35 anni di Sacile (PN), R.A. 68 anni di Caneva (PN), C.D.W. 32 anni di Breno(BS), hanno alimentato e composto il complesso sistema eretto per massimizzare gli illeciti profitti della piattaforma apparentemente legale. Nei confronti di questi ultimi, tecnicamente definiti uploader, sono state eseguite perquisizioni, ispezioni informatiche e sequestri su tutto il territorio nazionale (interessando le province di Sassari, Bari, Prato, Milano, Pordenone, Treviso e Venezia e le città di Agrigento, Novara, Trieste, Cuneo e Roma).
Tale operazione ha inferto per la prima volta a livello internazionale un duro colpo al primo anello della catena della pirateria creando un autentico black out che ha riguardato l’intero sistema caratterizzato dall’immissione in rete (uploaders), dalla promozione (www.ddlhits.com) e dalla distribuzione (www.ddlstorage.com) di opere tutelate, dietro la parvenza legale di una società commerciale (ddl technologies srl di Udine). Solo per dare il senso dell’importanza dell’indagine e per avere un parametro di riferimento, basti dire che la famosa operazione svolta dal Federal Bureau of Investigation (FBI) nei confronti del noto caso Megaupload e megavideo, si è limitata solamente all’oscuramento dei Cyberlocker utilizzati per la distribuzione del materiale tutelato.
L’attuazione dell’ordine di inibizione con il blocco degli accessi agli indirizzi a livello IP e DNS, conferma la metodica investigativa utilizzata dalla guardia di finanza e proposta all’attenzione della Procura della Repubblica di Cagliari, sempre sensibile sul tema e pronta all’adozione di moderne ed innovative misure. Il risultato messo a segno dalle fiamme gialle cagliaritane in sinergia con le unità speciali del corpo, evidenzia così, ancora una volta, nei fatti, la guardia di finanza quale qualificato investigatore del web nella lotta globale alla pirateria digitale, in attuazione degli indirizzi strategici espressi dal comando generale.

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