Operazione dei Carabinieri “Vecchia Lira” a Mottola e Crispiano

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Un’associazione per delinquere finalizzata all’usura e alle estorsioni è stata stroncata dai Carabinieri che, all’alba di questa mattina, hanno arrestato quattro le persone a Mottola e Crispiano.

I militari della Compagnia di Massafra, coadiuvati da personale del Nucleo Cinofili di Modugno (Ba), hanno eseguito le misure cautelari in carcere, emesse dal Gip del Tribunale di Taranto, Patrizia Todisco, su richiesta del Sostituto Procuratore Giovanna Cannarile nei confronti di:
Vincenzo Carone, 44enne di Mottola, commerciante;
Nicola Guarini, 52enne di Crispiano, inoccupato;
Angelo Caracciolo, 34enne di Crispiano, inoccupato;
Massimo Carucci , 41enne di Crispiano, operaio.
Le indagini, avviate nel mese di ottobre scorso grazie alla denuncia di una delle vittime, il titolare di una piccola impresa di autotrasporti, e condotte dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Massafra, hanno consentito di acquisire le prove dell’attività criminosa svolta dagli arrestati per il recupero di crediti vantati nei confronti di piccoli imprenditori in stato di bisogno, dei comuni di Palagianello e Massafra, applicando ulteriori e più esosi interessi usurari, e facendo ricorso a condotte estorsive per costringere le vittime a corrispondere le somme pretese mediante minacce di gravi danni alla persona ed al patrimonio.
In particolare è emerso che a promotore l’associazione a delinquere era stato Vincenzo Carone, il quale, fortemente determinato a recuperare alcuni prestiti risalenti nel tempo, aveva richiesto l’ausilio dei tre crispianesi, tutti noti alle Forze di Polizia. Nicola Guarini, vantando conoscenze di spessore nell’ambiente criminale, ne aveva invece assunto il ruolo direttivo.
L’operazione è stata denominata “Vecchia Lira”, poiché il CARONE era solito indicare i prestiti concessi con riferimento agli importi in vecchia valuta, vantandosi peraltro di avere crediti sparsi per un valore di “un miliardo di vecchie lire” e dimostrandosi molto soddisfatto della frenetica e spregiudicata attività di recupero, messa in piedi con i suoi associati.
Determinante nelle indagini, come si è detto, la denuncia di una delle vittime che, alcuni anni addietro aveva contratto un prestito con CARONE pari a 10.000 euro, di cui ne aveva restituiti 3.000. Nel mese di ottobre scorso, però, l’usuraio, forte del sostegno criminale dei suoi complici, si era presentato pretendendo la somma di 23.000 euro a saldo del debito.
Da quel momento l’imprenditore era divenuto oggetto delle intimidazioni del gruppo delinquenziale che, in più occasioni, mediante minacce fisiche rivolte alla sua persona, ma anche all’indirizzo dei familiari, gli aveva estorto somme di denaro contante e assegni bancari, fino addirittura a farsi consegnare l’autovettura di sua proprietà. Tali somme, avevano precisato i suoi estortori, sarebbero servite per il sostentamento in carcere di un esponente di spicco della criminalità organizzata del versante occidentale della provincia.
Complessivamente, l’importo che la vittima è stata costretta a corrispondere ai suoi aguzzini, comprese anche alcune quantità di olio di oliva, che cedeva per indisponibilità di denaro, ammonta a oltre 22.000 euro, a fronte di un debito usurario che i malfattori avevano, nel frattempo, fatto lievitare a oltre 26.000 euro, con un tasso usurario del 37% circa.
Dalle intercettazioni eseguite nel corso delle indagini è emerso inoltre che anche altri piccoli imprenditori erano caduti nella rete tessuta dai malviventi i quali risultavano particolarmente subdoli nella pianificazione delle loro azioni estorsive, scegliendo metodicamente tempi e luoghi che avrebbero reso le vittime più vulnerabili, come per esempio di mattina presto e presso le loro abitazioni, vicino quindi ai loro cari, condizioni queste che avrebbero amplificato l’effetto intimidatorio delle loro minacce.
Una delle vittime, titolare di un’impresa di movimento terra, a fronte di un debito di circa 20.000 euro, contratto tra il 2004 ed il 2010, è stato costretto a restituire la somma di 70.000 euro, con un tasso usurario quindi del 120%, ma il gruppo criminale, non contento, ha preteso l’ulteriore pagamento di 20.000 euro, costringendo quest’ultima vittima a vendere un escavatore ed un camion di proprietà. La cessione non è andata a buon fine solo per la difficoltà di reperire un acquirente.
Ad un terzo imprenditore è stata invece estorta, in due diverse circostanze, la somma complessiva di 750 euro.
Complessivamente i profitti illeciti accumulati dall’associazione, nei confronti dei tre imprenditori, ammontano a circa € 70.000.
Nicola Guarini e Angelo Caracciolo dovranno rispondere, inoltre, di detenzione di armi comuni da sparo, in quanto avevano la disponibilità di alcune pistole, come più volte paventato anche alle vittime.
Durante le perquisizioni, eseguite in occasione degli arresti, sono stati trovati effetti cambiari e bancari dell’importo complessivo di euro 164.000, e denaro contante per 16.400 euro. Il tutto è stato sequestrato in quanto possibile provento delle attività illecite svolte dai quattro.
Trovati sequestrati inoltre quasi mezzo chilo di hashish, frazionata in vari pezzi, ed un grammo di cocaina suddivisa in 5 dosi insieme a due bilancini di precisione e del materiale necessario per il confezionamento. La droga era in possesso di una quinta persona, R.A., 29enne di Crispiano, arrestato in flagranza di reato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e posto ai domiciliari
Le indagini, comunque, proseguono allo scopo di individuare ulteriori vittime dell’attività usurarie ed estorsiva dei quattro. Gli inquirenti sperano, infatti, che l’esito positivo dell’ operazione di oggi, induca altre persone ad uscire allo scoperto e decidersi a denunciare.
Particolare apprezzamento per l’operazione odierna è stato espresso al Comandante Provinciale dell’Arma del capoluogo jonico, Col. Daniele Sirimarco, dal Prefetto di Taranto, S. E. Umberto Guidato che, nel ringraziare gli operanti per la celere, capillare e preziosa attività svolta con successo, ha ricordato l’importanza del denunciare e la necessità di una risposta concreta, rimarcando l’importanza del rapporto di collaborazione da parte delle vittime con le Forze dell’Ordine, improntato alla reciproca fiducia ed al colloquio anche informale, utile a far emergere il fenomeno dal sommerso. Il Prefetto ha oltre ribadito le strategie messe in campo dal Legislatore per contrastare l’usura e dare sostegno a chi denuncia, senza dimenticare il supporto alle vittime di tali reati che viene fornito attraverso l’accesso al fondo di solidarietà appositamente istituito per le vittime di racket ed usura.