Operazione “Città Nostra”. Disarticolato gruppo criminale: 33 arresti.

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Voleva “impossessare della città” e per questo aveva ricostruito una vera e propria organizzazione criminale.

Mente del sodalizio, disarticolato questa mattina a Taranto con l’operazione “Città Nostra”, era il pluripregiudicato Cosimo DI PIERRO, 61 anni, anche lui tra le 33 persone destinatarie di un provvedimento di fermo emesso dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia – presso il Tribunale di Lecce perché ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione per delinquere di stampo mafioso, tentato omicidio, estorsione aggravata dal metodo mafioso, rapina aggravata, detenzione illecita di armi clandestine, danneggiamento aggravato dal metodo mafioso e altro.
I provvedimenti sono stati eseguiti all’alba dagli agenti della Questura di Taranto, coadiuvati da personale delle Questure di Bari, Brindisi, Lecce, Foggia, Potenza, Campobasso, della Sezione della Polizia Stradale di Taranto e del Reparto Prevenzione Crimine e Reparto Volo di Bari.

Le indagini, avviate dai poliziotti della Squadra Mobile nel mese di aprile dello scorso anno, hanno preso il via dopo la scarcerazione di Cosimo DI PIERRO al quale erano stati concessi, per motivi di salute, gli arresti domiciliari presso la sua abitazione, con facoltà di allontanarsi solo ed esclusivamente per esigenze di vita primarie.

Quello messo su dal DI PIERRO, come accertato nel corso delle attività di intercettazione ambientale e telefonica, era un sodalizio criminale profondamente radicato nel territorio del capoluogo jonico: organizzato in modo verticistico, poteva contare su numerosi giovani “fedelissimi”, che ne rappresentavano il braccio armato, e su una continua disponibilità di armi ed esplosivi ed aveva la capacità di imporre periodiche dazioni di denaro a commercianti e spacciatori dei quartieri “Borgo” e “Solito”.

Emblematico è quanto emerso nel corso di un dialogo intercorso, già il primo giorno della sua scarcerazione, in cui il DI PIERRO dichiara: “la città è la nostra…”.
Continui sono i riferimenti del DI PIERRO alla necessità di mantenere il controllo criminale del territorio attraverso periodici “atti di forza” che servissero non solo a rinverdire il carisma criminale ma anche a procurare, attraverso fatti estorsivi, le risorse economiche necessarie a garantire la sopravvivenza dell’organizzazione stessa.

Per rafforzare il legame tra i sodali erano previste anche cerimonie di iniziazione e di affiliazione, sulla falsariga dei rituali di matrice ‘ndranghetista, da cui mutuavano anche il gergo. In particolare, il rituale praticato era articolato in più fasi: vi era una prima fase in cui veniva recitato, come una litania, il testo propiziatorio, contenente i canonici riferimenti a Mazzini, Garibaldi e Lamarmora, seguito poi dalla “punciuta”, cioè il rito della puntura dell’indice della mano, con il sangue che viene adoperato per imbrattare un’immaginetta sacra a cui viene dato fuoco.

Gli interessi del DI PIERRO erano rinvolti, in particolare, ai gestori delle “piazze” di spaccio, sia perché riteneva gli stessi tenuti a corrispondergli una tangente sui guadagni sia, soprattutto, perché la considerava una attività meno pericolosa rispetto ad una estorsione ai danni di commercianti ed imprenditori.

Il sodalizio criminale, inoltre, interagiva con altri gruppi criminali locali ugualmente strutturati: il primo facente capo a Gaetano DIODATO Gaetano e ad Angelo DI PIERRO (figlio di Cosimo), prevalentemente dedito al commercio di stupefacenti, e il secondo a Nicola PASCALI, detto Nico, più orientato verso le attività estorsive e l’acquisizione illecita di attività imprenditoriali.

I rapporti tra le consorterie, inizialmente conflittuali, si erano poi stabilizzati su binari di reciproca tolleranza se non di collaborazione in affari criminali.

In particolare, tra il gruppo del DI PIERRO e il gruppo del DIODATO, sono intercorsi, per diversi mesi, rapporti di intensa e prolungata inimicizia, determinata anche da ragioni di carattere personale, e sfociata anche in eclatanti atti di reciproca ostilità.

Il gruppo capeggiato dal DIODATO, come emerge dalle intercettazioni, era organizzato in maniera gerarchica ed era dedito prevalentemente allo spaccio sistematico di sostanze stupefacenti con una gestione diretta e capillare di numerose “piazze” e con l’impiego di mezzi anche violenti per imporre la propria supremazia nell’ambito del relativo mercato.

Sia DIODATO che Angelo DI PIERRO, durante la detenzione, ricevevano periodiche somme di denaro dai gestori delle “piazze di spaccio” della zona di competenza e, a loro volta, provvedevano al mantenimento in carcere dei loro affiliati.

Dalle indagini sono emersi chiaramente anche i rapporti con l’associazione di tipo mafioso facente capo al noto pluripregiudicato Nicola PASCALI: sono stati documentati alcuni incontri del PASCALI con Cosimo DI PIERRO dal quale sono emersi indizi circa il riorganizzarsi, intorno al PASCALI, di un gruppo agguerrito di giovani già alle dipendenze del “reggente” Giuseppe PASCALI, poi arrestato nel novembre 2014.

Nel corso dell’operazione, sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro: 352 grammi di sostanza stupefacente tipo hashish; n. 1 pistola scacciacani sprovvista di tappo rosso unitamente a n. 34 cartucce a salve; n. 1 rilevatore di microspie; n. 1 pistola scacciacani; n. 3 pistole lanciarazzi; vari reperti archeologici.

I destinatari del provvedimento di fermo sono:
ANGELINI Daniele di anni 25
BONSIGNORE Calogero di anni 54
CANTORE Giuseppe di anni 35
CIACCIA Antonio di anni 28
COCCIOLO Massimiliano di anni 41
D’ADDARIO Giuseppe di anni 39
D’ADDARIO Massimo di anni 44
DE BIASO Egidio di anni 36
DE SANTIS Francesco di anni 47
DI PIERRO Angelo di anni 25
DI PIERRO Cosimo di anni 61
DIODATO Gaetano di anni 47
GALIANO Cristian di anni 28
GIANGRANDE Luigi di anni 30
GIANNOTTA Emanuele di anni 34
INERTE Cosimo di anni 23
LA BARBERA Riccardo di anni 52
LIUZZI Tommaso di anni 47
LOPERFIDO Valentina di anni 21
MANCINO Francesco di anni 25
MARINO’ Cosimo di anni 23
MICOLI Francesco di anni 45
MONTELLA Davide di anni 25
NITTI Cosimo di anni 44
PASCALI Nicola di anni 37
PIGNATELLI Gabriele di anni 29
PONTRELLA Piergiuseppe di anni 22
ROSSANO Luana di anni 26
SANSONE Andrea di anni 26
SUDOSO Davide di anni 42
TAURINO Ignazio di anni 60
TERRASI Erminia di anni 31
TURBATO Egidio di anni 47