Operazione Belzebù, 10 arresti e 65 indagati

Condividi

Dopo una serie di indagini avviate nel 2011, nelle prime ore del mattino  il N.A.S. dei Carabinieri di Taranto ha eseguito un’ordinanza con cui il G.I.P. del Tribunale di Brindisi ha disposto l’arresto di  10 persone e perquisizioni locali e domiciliari nei confronti di 65 atleti professionisti, semiprofessionisti e dilettanti del mondo del body building.

L’operazione, denominata “Belzebù”, ha interessato le province di Brindisi, Bari, Taranto, Lecce, Roma, Napoli, Palermo, Catania, Messina, Parma, Reggio Emilia e Ascoli Piceno. In esse è stata individuata un’organizzazione criminale dedita all’esercizio abusivo delle professioni sanitarie di medico, farmacista e dietista, nonché all’importazione e commercializzazione illecite di specialità medicinali e sostanze ad effetto dopante, derivanti sia da importazioni clandestine e, verosimilmente, da furti presso depositi farmaceutici di distribuzione, corrieri di trasporto medicinali, falsificazioni di ricette mediche.

In base alle indagini, Giuliano Bufano, 41enne di Mesagne, sarebbe il “capo” dell’organizzazione e avrebbe prescritto farmaci altamente pericolosi ad alcuni atleti già  nel giugno 2011.

Sono agli arresti domiciliari  anche Giorgio Montinaro, 37 anni, di San Vito dei Normanni, Maurizio D’Errico, 46 anni, di San Pancrazio Salentino, Walter Cascarano, 44 anni, di Manduria, Salvatore Pulli, 47 anni, di Veglie, Gennaro Botrugno, 41anni, di Faggiano, Antonio Valentino Brescia, 41anni, di Manduria, Paolo De Vizzi, 40 anni, di Manduria, Antonio Marangi, 38 anni, di Pulsano, Giosuè Caracciolo, 35 anni, di Taranto.

I Carabinieri del NAS hanno eseguito diversi sequestri di sostanze ad uso dopante, tra cui il nandrolone, proibite dal codice mondiale antidoping.

In particolare è emerso tra i body builders l’uso massivo di sostanze vietate (anabolizzanti) o di farmaci in commercio per la cura di gravi patologie, ma utilizzati in questo caso per ottenere l’accrescimento della massa muscolare.

In merito alla pericolosità dei prodotti anabolizzanti immessi dagli indagati nel circuito delle palestre, quindi verosimilmente anche a ragazzi minorenni, sono stati evidenziati gli effetti collaterali provocati dagli stessi, che possono essere molto gravi, soprattutto in caso di abuso senza necessità terapeutica e controllo medico.

Generalmente gli inconvenienti possono essere diversi, quali l’acne, la ritenzione, le malattie cardiovascolari, patologie tumorali, l’ipertrofia prostatica, l’ipertrofia cardiaca, l’impotenza, l’ittero, gli strappi muscolari, l’alopecia prematura, e possono diventare così pericolosi da indurre alla morte.

L’uso di sostanze anabolizzanti  era stato confessato dal bodybuilder livornese Daniele Seccarecci, morto nel settembre 2013 a soli 33 anni per infarto nella sua casa di Lama, frazione di Taranto, dove si era da tempo stabilito.