Operazione Alias. Scacco alla criminalità tarantina.

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Taranto – E’ stata denominata “Alias” la vasta operazione antimafia che ha sgominato i clan mafiosi D’Oronzo-De Vitis. All’alba di questa mattina la Squadra Mobile di Taranto, coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica Francesco Coccioli della DDA di Lecce, ha eseguito l’arresto di 52 persone (49 in carcere e 3 agli arresti domiciliari) responsabili a vario di titolo dei reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, omicidio, estorsione, rapina e detenzione di armi.
L’indagine è stata avviata verso la fine del 2012 in seguito alla scarcerazione, dopo oltre venti anni, dei due noti esponenti della malavita tarantina Orlando D’ORONZO e Nicola DE VITIS, entrambi già condannati nel processo “Ellesponto”.
Forte appariva, infatti il rischio che si ricostituisse lo storico clan D’ORONZO DE VITIS RICCIARDI che, negli anni ’90, imperversò a Taranto e, in piena alleanza con il boss Antonio MODEO detto il “Messicano”, si contrappose ai tre fratelli Gianfranco Riccardo e Claudio MODEO. Ne scaturì una guerra di mala che provocò oltre un centinaio di morti.

Mesi di indagini hanno permesso agli investigatori di accertare l’effettiva riorganizzazione del sodalizio D’ORONZO/DE VITIS contando su una nutrita schiera di sodali appartenenti, in gran parte, ai rispettivi nuclei familiari ma anche con il sostegno di un distinto gruppo, composto in prevalenza da persone di origini pugliesi e siciliane, con forti articolazioni a Verona e Sassari.
Il gruppo criminale, che disponeva di armi (come dimostrano i sequestri effettuati sia a Taranto che a Verona), aveva sviluppato particolari interessi nel campo degli stupefacenti, tessendo una serie di contatti con elementi calabresi, sardi e veronesi.
Ma non solo. Numerose sono anche le estorsioni consumate dal sodalizio, sia ai danni di imprese che operavano nel campo della edilizia stradale; che nei confronti di titolari di esercizi commerciali.
Sia D’ORONZO che De VITIS rappresentavano inoltre un punto di riferimento per i vertici delle compagini delinquenziali presenti su Taranto, sia quando intendevano avviare alcune attività illecite richiedendo il “placet” sia quando sorgevano particolari problematiche che potevano essere risolte solo grazie al loro intervento carismatico.

L’indagine ha consentito inoltre di accertare le responsabilità in ordine agli autori di vari efferati delitti compiuti nel capoluogo jonico negli ultimi anni.
Nicola DE VITIS, che era in semilibertà dopo aver scontato 18 anni per l’omicidio di Cosima Ceci, la madre dei fratelli Modeo, è ora accusato di essere il mandante dell’omicidio del pregiudicato Antonio Santagato, ucciso il 29 maggio 2013 dai fratelli PASCALICCHIO che, per compiere il delitto, utilizzarono una pistola fatta avere dal DEVITIS tramite un suo uomo fidato, Cosimo BUZZACCHINO.

Nell’operazione sono stati impiegati oltre 250 uomini tra personale della Polizia di Stato della Questura di Taranto e delle Questure di Verona, Bergamo, Sassari, Matera, Bari, Lecce, Brindisi, Foggia, Napoli e Reggio Calabria. Sono intervenuti anche 24 equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine Puglia, due unità cinofile antidroga della Questura di Bari ed un elicottero del Reparto Volo di Bari.

Il capo della Polizia, Alessandro Pansa, ha telefonato al questore di Taranto, Enzo Mangini, per complimentarsi.
Un “messaggio di vivo, convinto apprezzamento al questore e alle donne e agli uomini della Polizia di Stato”, è stato rivolto anche dal prefetto di Taranto, Umberto Guidato, per “l’ulteriore efficace successo conseguito” che premia “la infaticabile costante attività profusa dalle Forze dell’Ordine nell’azione di prevenzione e repressione condotta in questa provincia”. Il prefetto ha voluto sottolineare come “la coesione istituzionale, nel rafforzare lo Stato, contribuisce al conseguimento di risultati positivi nel contrasto alla criminalità fornendo, inoltre, quelle necessarie rassicurazioni sul costante impegno teso ad innalzare i livelli di sicurezza percepeti dai cittadini”.

polizia