Omicidio Scazzi. Ecco perchè per la Cassazione Sabrina Misseri deve restare in carcere

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Roma – Depositata oggi la sentenza della prima sezione penale della Corte di Cassazione che, il 30 giugno scorso, ha stabilito che Sabrina Misseri, condannata in primo grado per l’omicidio di Sarah Scazzi, deve rimanere in carcere.
La Corte Suprema, nelle motivazioni, spiega di aver deciso di bocciare il ricorso presentato dalla difesa della ragazza che chiedeva la detenzione domiciliare, in quanto la 23enne di Avetrana possiede una “personalità portatrice di accentuata pericolosità e propensione a delitti della specie di quelli per cui si procede”.
Ritenendo fondati i motivi addotti dal Tribunale di Taranto che aveva escluso la scarcerazione di Sabrina, la Cassazione ha dunque evidenziato “gli articolati riferimenti alla molteplicità ed estrema gravità dei fatti delittuosi commessi, alla propensione manifestata dalla ricorrente a ostacolare l’accertamento della verità, alle modalità odiose di consumazione dei delitti, all’inquietante atteggiamento tenuto nelle interrelazioni familiari e parentali, al movente futile e alla spregiudicatezza manifestati, correttamente e non illogicamente risultano complessivamente valorizzati per escludere sia l’insussistenza di esigenze cautelari sia la sussistenza di elementi specifici idonei a dimostrare che dette esigenze potevano essere soddisfatte con altre misure”.
Quanto alle condizioni di salute di Sabrina e al suo denunciato stato di depressione, la Corte sottolinea al contrario che non presenta una situazione “diversa da quelle dell’afflizione e depressione fisiologiche e normali per l’essere detenuta”.

sabrina misseri