Muore stroncato da infarto medico dell’Ospedale “Giannuzzi” di Manduria. Cgil: sanità al collasso

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Come ogni mattina stava svolgendo il suo lavoro e, proprio, mentre visitava un paziente ha avuto un improvviso malore.

Ha perso conoscenza e non si è risvegliato più. Numerosi i tentativi di rianimarlo da parte dei colleghi ma non c’è stato nulla da fare. Così è morto, in tarda mattinata, il dottor Giovanni Buccoliero, 59 anni originario di Sava, dirigente del reparto di Medicina dell’ospedale Giannuzzi di Manduria.

Una morte che ha lasciato choccati i suoi colleghi e quanti conoscevano il dott. Buccoliero sempre disponibile e instancabile nel suo lavoro. Una morte che ha subito registrato la reazione dei sindacati.

“La sanità tarantina è al collasso e la tragica scomparsa di un medico, colpito da infarto mentre era addirittura in servizio nell’ Ospedale al Giannuzzi di Manduria, conferisce ancora più assurda e insensata violenza ad uno scenario da conflitto bellico”.

E’ quanto dichiara alla stampa il segretario della CGIL di Taranto, Paolo Peluso, riportando la notizia della scomparsa del dott. Buccoliero in servizio nel reparto di medicina nel nosocomio manduriano.

“I medici al fronte nei difficili anni della pandemia, oggi allo stremo delle loro forze, pagano ancora con la vita, e con la compressione dei loro diritti una politica scellerata di tagli e precariato in sanità – continua Peluso – e un cittadino, un medico, stressato, stanco, e impossibilitato a riposare, andare in ferie, chiedere un congedo parentale, costretto a turni massacranti, fa male a se stesso, come è accaduto a Manduria, e potenzialmente rischia di far male ad altri”.

Paolo Peluso non ha dubbi: chi ha competenze per agire lo faccia subito, prima che su quel terreno si registrino ancora perdite o inefficienze.

“Una situazione ormai insopportabile che ci deve vedere impegnati in una mobilitazione generale che è tutela del lavoro, ma anche della salute di tutta la comunità – continua Peluso – Ecco perché, in attesa delle nuove e indispensabili assunzioni, abbiamo l’urgenza di rappresentare proposte e idee praticabili alla Direzione Generale dell’ASL di Taranto. Se non ci sarà dialogo, ci sarà mobilitazione”.

Un aut aut che la CGIL giustifica con il rischio ormai sempre più imminente di un collasso del sistema.

“Ogni reparto viaggia mediamente su una dotazione organica del 50% in meno rispetto al necessario – spiega Peluso – Ed è impensabile che su quel fronte esposto vengano lasciati medici, infermieri, OSS, che cercano di frenare la furia dell’emergenza sanitaria a mani nude e subendo anche l’ira dei cittadini”.

Poi i numeri della fragilità. A cominciare dai luoghi più esposti: i Pronto Soccorso.

Al SS.ma Annunziata di Taranto operano 13 dirigenti medici su 30 previsti. Al San Pio di Castellaneta 9 su 20. Al Valle d’Itria di Martina Franca 10 su 20. Speculari le carenze di organico di infermieri, OSS e personale di servizio.

“Questa emergenza strutturale va finalmente affrontata con coraggio e determinazione – conclude Peluso – se così non sarà non rimarremo inermi. La CGIL non sarà complice!”