Misure anticovid. Confcommercio Taranto chiede maggiori controlli per le vendite di beni non essenziali

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Puglia in rosso e restrizioni più rigide per almeno due settimane. Non solo limitazioni per gli spostamenti, autocertificazioni e scuole chiuse, ma come è noto sospensione dell’attività di vendita delle merci non ritenute essenziali. Già dall’ingresso in fascia rossa si segnalano purtroppo le prime anomalie, ingenerate da buona fede in alcune situazioni e da furbizia in vari altri casi. Non mancano infatti – come segnalato dai referenti delle categorie – i soliti noti che hanno pesato bene di aggirare l’ostacolo ed approfittare per mettere in vendita anche i prodotti non consentiti, cioè non rientrati nell’elenco – allegato 23 Dpcm 06-03-21- dei beni di prima necessità. Ciò ingenera confusione nel consumatore ,ma soprattutto una illecita concorrenza nei confronto delle attività costrette a restare chiuse dal decreto legge13 marzo 2021. Una scorrettezza da parte di quei negozi che trattano merci afferenti a vari codici Ateco (beni essenziali e non) davvero grave nei confronti delle attività che non possono far altro che attenersi al divieto di vendita.

Situazione che ConfcommercioTaranto ha segnalato al Prefetto, Demetrio Martino, ed alle autorità, affinché si predisponga una serrata attività di controllo su tutto il territorio provinciale, a tutela delle attività del commercio al dettaglio costrette alla chiusura , evidenziando tra l’altro come sotto l’aspetto sociale sia opportuno dare un preciso segnale di tutela della legalità.

Lo stato di difficoltà in cui versano alcuni settori del commercio al dettaglio, ai quali in queste settimane è imposta la chiusura totale (abbigliamento, calzature, accessori etc.)proprio in prossimità dell’arrivo delle nuove collezioni primaverili, non consente alcuna tolleranza e bonarietà nei confronti di quanti non rispettano le limitazioni imposte dal decreto anti Covid.

I sacrifici richiesti ad alcuni settori del dettaglio – quello della moda in prima istanza- sono enormi , e nessun ‘ristoro o sostegno ’ potrà mai compensare le perdite che lo scorso anno con il lockdown di primavera, ed ora con il nuovo fermo alle porte della Pasqua, il settore della moda è costretto a subire. “Se regole ci devono essere – conclude ConfCommercio” – che siano regole per tutti”