Mesagne: dieci arresti nel blitz “Civico 20”

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Operazione antidroga a Mesagne nel brindisino. Dieci persone sono state arrestate con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti anche a minorenni.
Il blitz, ribattezzato “Civico 20”, è stato condotto, ieri (19 Luglio 2017) dai poliziotti del commissariato di Mesagne , delle Squadre mobili di Brindisi e Bari, i colleghi del reparto di Prevenzione crimine di Lecce e una unità cinofila della polizia di frontiera che hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Brindisi, su richiesta della Procura.
Sette persone sono state condotte in carcere. Tre sono state arrestate in regime di domiciliari. Tutti i destinatari delle misure cautelari sono accusati di detenzione e commercio illecito di sostanza stupefacente. A Ettore Salati, 48 anni, Carmelo Leuzzi, 49 anni, e un altro Ettore Salati, ma di 43 anni, è stato anche contestato il furto in abitazione. Le altre sette persone arrestate sono: Simone Schingaro, detto “Pinuccio u Sghign”, 51 anni; Americo Pasimeni, 46 anni; Andrea Pagliara, 35 anni, Vittorio Pignatelli, 43 anni, Rossana Salati, 48 anni, Davide Melacca, 37 anni, Bruno Petrarra, 36 anni.
Le indagini sono state avviate nel mese di agosto 2016 dalla Squadra di polizia giudiziaria del Commissariato di Mesagne dopo le denunce dei genitori di giovani assuntori impotenti di fronte al coinvolgimento dei propri figli nel giro di sostanza stupefacente che avveniva a Mesagne, spesso in abitazioni del centro storico disabitate.
Il gruppo si era dotato di sentinelle che a turno avevano il compito di avvisare i complici della presenza delle forze dell’ordine. L’inchiesta, condotta anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali e con rilevatori Gsm e microcamere, ha permesso agli investigatori di seguire “in diretta”come si svolgeva l’attività dalla detenzione e al commercio di sostanze stupefacenti, tipo hascisc e marijiuana, e di fotografare, senza pericolo di smentita, il modus operandi che permetteva di lucrare sulla salute degli assuntori, spesso adolescenti.
Fornitore principale delle sostanze che da Bari erano portate a Mesagne era Simone Schingaro, già condannato per partecipazione ad associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, sottoposto alla misura di sorveglianza speciale della pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno a Bari. Schingaro si incontrava spesso con Americo Pasimeni nel capoluogo barese, e, al ritorno da Bari, sostava qualche minuto presso la casa di campagna, dove custodiva la “roba” fino al momento della successiva cessione ai venditori al dettaglio. Lo scorso 12 Aprile fu colto in flagranza dai poliziotti che, nel corso di una perquisizione domiciliare, gli trovarono 24 panetti di hascisc del peso complessivo pari a 2,406 grammi.
Altro fornitore della droga che da Brindisi arrivava a Mesagne è Davide Melacca, residente a Brindisi, già noto alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio e resistenza a pubblico ufficiale. Tale legame risulta chiaramente da intercettazioni in cui si parlava apertamente di erba albanese senza la copertura di utilizzato il linguaggio convenzionale tipo ‘calciobalilla’, ‘coso’, ‘asciugamani’, ‘Cd’, per indicare la droga”.
La centrale dello spaccio era all’interno di un locale seminterrato al civico 20 di via Mauro Capodieci, di cui non si conosce il proprietario. Fungeva da deposito principale e laboratorio per il confezionamento delle sostanze in dosi da commerciare al dettaglio ed era occupato e utilizzato illecitamente dai due Salati. Quello di 48 anni, in particolare, era l’unico detentore delle chiavi di accesso e, quando era impegnati nell’attività di confezionamento della droga, dichiarava che era intento a “fare la legna”. Lo scorso 12 aprile i poliziotti fecero irruzione all’interno dell’immobile, recuperando 1,526 grammi di droga fra hascisc e marijuana.
Nell’abitazione di Rossana Salati, sorelle del 43enne Ettore, all’angolo fra via Capodieci e vico dei Moneo, avvenivano spesso le consegne agli assuntori. A qualche decina di metri quella che gli investigatori considerano la “base logistica” principale (il seminterrato) e confinante con il “deposito” secondario (l’abitazione di Rossana Salati), era situata una piazza di spaccio a cielo aperto: lì i venditori al dettaglio avevano organizzato un vero e proprio supermercato attivo tutto il giorno e ormai divenuto molto conosciuto nell’ambiente, oltre che frequentato anche da acquirenti (pure adolescenti) provenienti da fuori provincia.
Complessivamente, nel corso del blitz, sono stati sequestrati 35.500 euro tra denaro contante e titoli bancari, sui quali sono in corso accertamenti.