Mazzarano (PD) Depuratori in mezzo al guado

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“Se c’è un un tema su cui si registra fallimento totale, dopo dieci anni di governo della Regione, questo è quello della depurazione” Lo afferma il consigliere regionale uscente del PD Michele Mazzarano. L’esponente, che fa parte della maggioranza a sostegno della Giunta Vendola, per parlare del problema, coglie l’occasione del depuratore di Nardò – Porto Cesareo: il Ministero dell’Ambiente, di recente, ha disposto il commissariamento di Acquedotto Pugliese, quindi – dice Mazzarano – saranno i tecnici del Ministero ad approvare il progetto della condotta sottomarina e a farlo realizzare con i poteri straordinari di protezione civile.

“In verità – prosegue Mazzarano allargando il discorso – quello di Nardò è il caso limite ad una decina di casi di progetti in grave ritardo e a rischio de-finanziamento. Infatti la delibera CIPE 60/2012 ha finanziato 31 opere con un limite di impegno al 31 dicembre 2015.
La Puglia in sostanza rischia di perdere 25 milioni. Il Ministero intende accelerare per evitare la revoca delle risorse previste dal CIPE. La Puglia si trova in mezzo al guado. Oltre ad indagare le ragioni dei ritardi, esercizio spesso caratterizzato dallo scaricabarile, sull’assenza dei progetti o i ritardi autorizzativi, tra Comuni, vecchie Province, la stessa Regione e Aqp.”

Mazzarano non accenna minimamente alla grossa manifestazione di protesta che domenica scorsa hanno tenuto migliaia di cittadini a Manduria contro lo scarico a mare di un depuratore consortile che si vorrebbe realizzare a Specchiarica. Protesta evidentemente dolorosa per la politica, fischiata e contestata vivacemente, dopo che più volte si è sperato in un intervento risolutore.

“Come si esce dal guado? – prosegue Mazzarano – in tanti modi: si può lasciarsi alle spalle il fallimento di questi anni innovando, anche radicalmente, il modello. In una regione dalla imponente ed imprescindibile vocazione turistica, in un territorio con novecento km di costa, bisognerebbe ragionare seriamente non più sullo scarico a mare ma sull’affinamento delle acque e il loro riutilizzo in agricoltura. E chiude serve mettere a studiare esperti e competenze per realizzare un modello totalmente nuovo, giuridicamente ed amministrativamente plausibile.
E dare un grande segno, qui si, di discontinuità”.

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