Maruggio è il primo Comune ad emettere un’ordinanza in difesa delle api

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Se la Francia è il primo Paese in Europa a bandire tutti i cinque pesticidi responsabili della morte delle api, Maruggio è certamente il primo Comune italiano a seguire questo buon esempio.
Arriva così a Maruggio l’ordinanza sindacale, a firma del primo cittadino Alfredo Longo, in difesa delle api e di tutti gli insetti pronubi sull’uso di fitofarmaci ed erbicidi in fioritura, proteggendo così le api dai fallosi attacchi di cattive pratiche agricole. L’Amministrazione Comunale attraverso questo atto ai fini della salute pubblica, intende attuare delle azioni positive in chiave ambientale e di tutela della biodiversità, come già fatto da alcuni Paesi dell’Unione Europea, in ordine alla difesa delle api, molto sensibili ai veleni chimici, la cui sopravvivenza è di vitale importanza per l’esistenza umana, atteso che, il 90% della produzione alimentare deriva, direttamente o indirettamente, dal lavoro di impollinazione dei suddetti insetti.
Nell’ordinanza si legge che è fatto assoluto divieto sul territorio comunale di effettuare trattamenti sulle colture arboree, erbacee, ornamentali e spontanee a base di prodotti fitosanitari, inclusi gli erbicidi, ed i seguenti insetticidi: clothianidin, imidacloprid, thiamethoxam, thiacloprid e acetamiprid, dannosi alle api e ai pronubi. A fare da richiamo all’ordinanza sindacale è la legge regionale n. 45/2014 recante “Norme per la tutela, la valorizzazione e lo sviluppo sostenibile dell’apicoltura” che in uno dei suoi articoli sancisce precise prescrizioni in materia di limitazioni dell’uso di prodotti fitosanitari.
Ad esprimere soddisfazione per l’emanazione dell’ordinanza è proprio il sindaco Longo:
“Attraverso questo atto vogliamo promuovere e salvaguardare il territorio e le colture dall’uso intensivo e inappropriato di prodotti fitosanitari ed erbicidi. Un’azione concreta che ci porta ad attuare a livello locale una nuova e più incisiva strategia di prevenzione del rischio di inquinamento, in grado di arginare dannosi utilizzi di prodotti potenzialmente pericolosi per l’ambiente, per il territorio e per la comunità. Allo stesso tempo si tratta di una iniziativa in difesa delle api. Senza di loro l’ecosistema e la produzione alimentare è a rischio e di conseguenza senza il lavoro degli insetti impollinatori circa un terzo delle nostre riserve di cibo sparirebbe. In pratica, non solo niente miele, ma niente frutti, meno verdure, niente fiori. Il segnale che vogliamo lanciare nel nostro piccolo – conclude Longo – è quello di far camminare di pari passo lo sviluppo agricolo con gli sforzi per la difesa della biodiversità”.
​Il divieto vige durante il periodo di fioritura, dall’apertura del fiore fino alla completa caduta dei petali, su colture erbacee, arboree e ornamentali, nonché sulla vegetazione spontanea, con erbicidi e, inoltre, in presenza di fioritura delle sole vegetazioni sottostanti le coltivazioni arboree.
In questo ultimo caso i trattamenti possono essere eseguiti previa trinciatura o sfalcio delle vegetazioni oppure in caso in cui i fiori di tali erbe sradicate si presentino completamente essiccati, in modo da non attirare più le api e gli insetti pronubi in genere. Multe salate per i trasgressori dell’ordinanza che rischiano una sanzione amministrativa di euro 1.000,00.