Maruggio: altra bomba neutralizzata in mare a Campomarino
I palombari del Gruppo operativo subacquei del Comando subacquei e incursori della Marina Militare distaccati presso il Nucleo Sdai (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi) di Taranto hanno neutralizzato una bomba d’aereo inglese della seconda guerra mondiale nelle acque antistanti Campomarino di Maruggio.
A seguito di una segnalazione da parte di un bagnante, la Capitaneria di Porto di Taranto ha interdetto la navigazione nel tratto di mare interessato alla bonifica per motivi di sicurezza, informando la Prefettura di Taranto che ha richiesto un intervento di bonifica d’urgenza al Gruppo Operativo Subacquei (Gos) della Marina Militare. I palombari si sono immersi, trovando a sei metri di profondità e a 20 metri dalla costa l’ordigno, identificato come una bomba d’aereo da 100 libbre risalente alla seconda guerra mondiale. L’ordigno è stato, quindi rimorchiato, tenendolo a distanza di sicurezza, e fatto brillare in mare.
E’ il secondo ordigno fatto brillare nel giro di neanche 24 ore. L’altro era stato rinvenuto nella spiaggia della Salina dei Monaci in territorio di Manduria
Questo intervento rappresenta una delle tante attività che i reparti subacquei della Marina conducono a salvaguardia della pubblica incolumità in moltissimi porti e coste italiane, svolgendo operazioni ad alto rischio per ripristinare le condizioni di sicurezza della balneabilità e della navigazione.
Lo scorso anno i Palombari della Marina hanno distrutto un totale di 12.400 ordigni esplosivi residuati bellici, mentre da gennaio 2017 ne hanno già neutralizzati 10.946 dai mari, fiumi e laghi italiani. Agli appassionati del mare, che con l’estate incrementano la loro attività subacquea ricreativa, si consiglia di non toccare assolutamente gli oggetti eventualmente rinvenuti che possano essere ritenuti pericolosi, la cui forma possa ricordare o meno un ordigno esplosivo o parti di esso. Quello che invece è doveroso fare, per l’incolumità di tutti, è di identificarne il sito di ritrovamento, fotografare l’ipotetico ordigno (qualora si abbia con se una macchina fotografica subacquea) e denunciarne immediatamente il rinvenimento alla locale Capitaneria di porto o stazione dei Carabinieri, che richiederà l’intervento dei Palombari del Gruppo operativo subacquei di COMSUBIN al fine di ristabilire la fruibilità in piena sicurezza di quel tratto di mare.