Martina Franca: Firmato per la prima volta in Puglia cassa integrazione azienda manifatturiera

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Un anno di respiro garantito a venticinque lavoratori e alle loro famiglie, grazie all’accordo di cassa integrazione straordinaria firmato nella scorsa settimana, per un’azienda di confezioni della provincia di Taranto. Un risultato importante, il primo in Puglia, grazie all’utilizzo degli strumenti previsti nel Decreto 109/2018, il cosiddetto “Decreto Genova”, che, sebbene non realizza l’obiettivo della massima occupazione, sicuramente impegna l’azienda per dodici mesi nella ricerca di un diverso futuro per i lavoratori, che altrimenti avrebbero davvero rischiato di perdere il lavoro.

“Come Filctem Cgil siamo soddisfatti della firma” spiega Giordano Fumarola, segretario generale della Filctem Cgil Taranto, “sia perché siamo riusciti ad utilizzare uno strumento normativo reintrodotto da pochissimo, che era stato tolto con il Jobs Act, sia perché teniamo insieme diversi soggetti, anche istituzionali, ancorati alla vertenza, per ben dodici mesi. Ma soprattutto possiamo garantire un po’ di ossigeno a quei lavoratori che altrimenti sarebbero finiti in mezzo ad una strada. L’accordo che abbiamo sottoscritto è tra i primi in Italia, sicuramente il primo in Puglia, impegnerà azienda e istituzioni in materia di politiche attive per il lavoro. Il futuro dei lavoratori dell’azienda non è lasciato al caso”.

Il settore della manifattura locale ha subito negli ultimi dieci anni diversi colpi che ne hanno minato le fondamenta, costringendo le aziende ad adattarsi ai cambiamenti per sopravvivere, puntando in particolare sulla qualità del lavoro e sulla valorizzazione dell’esperienza della manodopera. In poche parole, investendo sul brand. La Filctem Cgil da tempo è impegnata a promuovere la battaglia affinché le aziende di manifattura nella provincia di Taranto cerchino la strada per affrancarsi dalla concorrenza al minor costo che di fatto strozza i conto terzisti costringendoli ad una competizione mortale. L’accordo per l’azienda se non risolve un problema offre, però, la possibilità di non far ricadere sui lavoratori il prezzo della crisi.