Manduria. Verdi: “Se Maometto non va alla montagna… la ferraglia va nel parco archeologico”

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Ritenuta pericolosa, la scultura dedicata alle tre religioni monoteiste che adornava a Manduria Piazza Giovanni XXIII (comunemente nota come “Piazza Tubi”) è stata di recente smantellata. Una gran quantità di tubi di acciaio è stata

smontata e depositata all’interno del perimetro recintato del Parco archeologico.
“Forse non era una questione di stabilità, ma piuttosto la volontà di creare il più grande ed eterogeneo museo all’aperto, che ha spinto il Comune di Manduria a smantellare la famosa e ciclopica scultura di “Piazza Tubi”. – commentano ironicamente in proposito i Verdi di Manduria – Apprezziamo tantissimo la scelta fatta dal comune di Manduria, il quale venendo incontro alle esigenze dei turisti, che per colpa dei sensi unici, non potevano raggiungere “Piazza Tubi” per ammirare l’opera, ha deciso di portare “l’opera”, seppur smontata, all’interno del parco archeologico. Così i turisti che giungeranno a Manduria, visitando i resti della civiltà Messapica, potranno fare un viaggio e due servizi, è proprio il caso di dire “se il turista non va da Maometto, Maometto va dal turista”.

“In quest’operazione, – aggiungono i Verdi – avevamo davvero sottovalutato l’ingegno e la fantasia dei nostri amministratori, i quali hanno smontato la struttura metallica dei tubi, ma hanno lasciato in piedi i supporti in “cemento”, inizialmente si era pensato al solito lavoro lasciato a metà, ma invece non finiranno mai di stupirci. Quei pilastri lasciati in quel modo sembrano proprio dei “MENHIR” del XX secolo. Altre volte abbiamo malignato, questa volta però siamo davvero rimasti senza parole: con un’operazione hanno rifatto il volto a “Piazza Tubi”, che da oggi verrà comunemente chiamata “Piazza Menhir” ed hanno creato un percorso davvero unico ed alternativo, all’interno del parco archeologico. CHAPEAU!!!”.

Messo da parte il tono scherzoso, i Verdi di Manduria si domandano se, ”oltre alla mancanza di decoro e di pulizia del parco archeologico, davvero vogliamo dare al turista l’impressione di aver trasformato la necropoli in una discarica. Perché è chiaro – spiegano – che a questo punto, molto probabilmente, di rifiuti stiamo parlando. Tutto quel ferro a rigor di legge e di logica andrebbe smaltito come previsto e non accantonato nel parco archeologico. Qualora quindi, si dovesse trattare di rifiuti da smaltire, ci si chiede quale sia stato il costo dell’operazione di rimozione ed accantonamento, poiché per lo smaltimento, vi sono ditte che operano gratuitamente senza ulteriori oneri in ricaduta sulle casse della comunità. Altrimenti – concludono tornando a ironizzare – si potrebbe pensare all’utilizzo dei tubi per la costruzione della condotta marina dello scarico a mare, e dei simboli delle religioni per la vigilanza e la protezione della necropoli. Ci possiamo e ci dobbiamo aspettare di tutto a questo punto”.