Manduria. Unione Italia Forense: NO agli incarichi di “legno”.

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L’Unione Italiana Forense di Taranto interviene

sul nuovo orientamento del Comune di Manduria, dopo i rilievi della Corte dei Conti, con riguardo alle liquidazioni per gli incarichi legali.
Il nuovo sistema per il conferimento degli incarichi legali, secondo quanto riportato dalla stampa, sarebbe basato sul sistema della gara al massimo ribasso. I primi due conferimenti di incarico di competenze riconosciute per l’intero giudizio sono: una costituzione di parte civile per un importo di € 490,00 (ribasso del 51%) ed una causa di lavoro per un importo € 420,00 (ribasso del 14,89%).
Pur rispettando la scelta dei legali che hanno deciso di accettare tali emolumenti per la propria attività professionale, l’UIF TARANTO contesta l’operato del Comune di Manduria, evidenziando come esso contrasti con la normativa che recentemente ha introdotto il c.d. “equo compenso” nella legge 247/2012 (la legge professionale degli avvocati).

Essa considera equo il compenso determinato nelle convenzioni con i clienti c.d. forti, quando risulta proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, nonché al contenuto e alle caratteristiche della prestazione legale, e conforme ai parametri
previsti dal regolamento di cui al decreto del Ministro della giustizia adottato ai sensi dell’art. 13, comma 6.
La disciplina si applica anche alla Pubblica Amministrazione, ma in “forma attenuata”, prevedendo la norma che la P.A. “garantisce il principio dell’equo compenso in relazione alle prestazioni rese
dai professionisti in esecuzione di incarichi conferiti dopo l’entrata in vigore della presente legge”.
Ed è proprio questo il caso degli incarichi di Manduria che non solo sono stati conferiti pochissimi giorni fa, e quindi dopo l’entrata in vigore della nuova norma, ma comportano la corresponsione di
competenze inferiori ai minimi previsti nei parametri adottati dal Ministero del Giustizia.
L’UIF TARANTO auspica pertanto la revisione della scelta presa dal Comune di Manduria, per evitare che, pur allo scopo di contenere le spese di gestione nell’interesse di tutta la cittadinanza, si debba passare dalla cattiva prassi degli “incarichi d’oro” alla non
“equa” prassi degli “incarichi di legno”.